
Il 25 ottobre 2006, alle 9 e un quarto del mattino, in Texas, veniva giustiziato con iniezione letale il 48enne Gregory Summers, che prima di morire, aveva espresso un desiderio : essere seppellito in Toscana.
In quella regione da cui provenivano le lettere dei ragazzini di una scuola media, che per tanti anni lo avevano confortato nel braccio della morte.
Era accusato di aver organizzato l’omicidio dei suoi genitori adottivi, per incassare 24mila dollari di assicurazione.
Ne avrebbe dati 10mila all’assassino. Ma in realtà, di prove certe non ne furono mai trovate.
E lui si dichiaró sempre innocente, scrivendo di pugno appelli a tutti i giornali del mondo, tentativi disperati, non avendo denaro, né altri mezzi, per chiedere la revisione della sentenza e salvarsi la vita.
Processo che in verità non fu mai riaperto e che lo condusse alla pena capitale.
Chiese pertanto al presidente degli Stati Uniti, George Bush figlio, di essere tumulato in Toscana, la terra che per prima al mondo, per volontà del Granduca Pietro Leopoldo, il 30 novembre 1786, abolì la pena capitale e la tortura.
Fu quindi sepolto nel Cimitero comunale di Cascina l’anno successivo.
Occorre sapere perché e in che modo la sua vicenda personale si intreccia con l’Italia.
Ebbene durante gli anni trascorsi nel braccio della morte, come già detto, lanció disperato il suo grido di aiuto in tutto il mondo.
Appelli che attraversarono anche l’oceano, e toccarono il cuore di una donna toscana, Maria Carla Carretta, preside dell’Istituto Comprensivo Borsellino di Navacchio, in provincia di Pisa.
Fu lei la prima a scrivere una lettera al carcere texano, indirizzata a Summers, e ad ottenere la risposta che avviò ufficialmente una corrispondenza protratta per oltre 10 anni.
Ma la Preside non ci stava all’idea che “Greg” fosse giustiziato senza prove certe, e così coinvolse i giovani studenti del suo Istituto, nella missione di sensibilizzare la gente contro la pena di morte.
Organizzò con i suoi alunni una petizione e furono raccolte oltre 700 firme. Purtroppo inutili per il detenuto, ma esempio di vita per i ragazzi.
Ci ricordiamo di “Greg” ogni 30 novembre, quando viene celebrata la Festa della Regione Toscana. R.i.P.