
Si procede nel romanzo di Orwell, 1984, senza tralasciare nulla, neanche una pagina del romanzo.
E da due anni siamo sull’annedoto dei “due minuti d’odio”, una pratica collettiva, presente nel racconto, di insulti, invettive e bestemmie, contro il terrorista Goldstein, e che oggi rappresenta, tra le altre cose, una valvola di sfogo dell’aggressività dei cittadini e un modo per individuare un capro espiatorio da demonizzare, addossandogli la colpa delle difficoltà della vita quotidiana.
I “due minuti d’odio” sono funzionali a mantenere un controllo ancora più stretto e serrato sul popolo.
Siamo passati infatti, in pochi giorni, dall’odio smisurato contro i “No e FreeVax”, che ha monopolizzato per mesi e mesi il teatrino televisivo, all’odio acerrimo contro i Russi.
Una vera e propria Russofobia, una ridicola caccia all’uomo, alle sue origini, al suo luogo di nascita.
Ieri pomeriggio, un ragazzo dell’ultimo anno di un liceo a Brescia, è stato ferocemente picchiato dai suoi compagni, senza un motivo preciso, ma soltanto per la madre, di origini russe.
Come se fosse una colpa oggi essere russo, come se gli oligarchi che sostengono Putin e la guerra in Ucraina, siano sullo stesso piano delle migliaia e migliaia di persone che anche in Russia, questa guerra la contestano o comunque la ritengono sbagliata.
La memoria ci porta indietro nel tempo, e ci rammenta l’esempio più drammatico dei due minuti d’odio della Storia umana : il “Cristo o Barabba” pronunciato da Ponzio Pilato al popolo ebraico.
La prima esaltazione collettiva dell’odio insito nella nostra natura molto terrena e limitata, ed il primo dito puntato contro chi non aveva fatto niente.
Arriveremo a vietare l’insalata russa, al non russare di notte, a non cogliere più la Russola nei prati (fungo mangereccio).
Gli abbiamo bloccato i conti correnti, gli sequestriamo panfili e barche, gli chiudiamo i siti internet, li cacciamo da hotel e alberghi, non devono più entrare in chiesa, scomunicati dai sacerdoti, li meniamo per strada, li licenziamo dalle nostre attività buoniste.
E questa dovrebbe essere la società dell’inclusione, la solidarietà che scioglie le tensioni, la diplomazia che allontana i contrasti ???
Verso chi indirizzeranno i nostri prossimi “2 minuti d’odio”?
Contro i biondi ? Contro i mori ? Contro i bassi ? Contro gli alti ? Contro i magri ? Contro i ciccioni ? Contro i miopi o gli ipermetropi ?
Tanto non conta la categoria o la motivazione … l’importante è sbattere sulle prime pagine il prossimo “Mostro da bersagliare” e iniziare le giaculatorie che non risolvono i nostri drammi quotidiani, ma che fanno molto bene alla nostra invidia e alla nostra cattiveria.