La fine dei valori Occidentali

Mani sui diritti fondamentali della persona (libertà di spostamento e diritto di autodeterminazione), obbligo di farmaci lasciapassare, credito sociale e controllo esasperato di ognuno, sequestro di capitali e beni a cittadini dissidenti (soltanto Russi per il momento), mancato rispetto dei trattati internazionali, rovesciamento di governi stranieri eletti dal loro popolo, fomento di guerre in altri Paesi.
Non c’è dubbio.
L’Occidente sta distruggendo tutti i suoi valori fondativi !!!
Come non esiste più alcuna differenza tra destra e sinistra, così assistiamo alla completa omologazione tra Occidente e Oriente del mondo.
Tra regimi dispotici e governi “pseudo democratici”.
Non avremo più un Occidente faro e guida di progresso e libertà per il mondo intero, ma un coacervo di povertà e precarietà, che dall’ex terzo e quarto mondo, è già di fatto approdato nelle nostre vite di europei e nord americani.
La speranza, che era una autentica certezza che avevamo da bambini, quella cioè di gridare : “Arrivano i nostri!!!”, si è trasformata in angoscia di sapere con chi (o con cosa) avremo a che fare nell’immediato futuro.
A questo punto diventa legittimo anche dubitare della realtà storica e dell’intera narrazione della nostra infanzia, in cui ci inculcavano i miti americani di Davy Crockett o del Capitano Custer, lo sbarco sulla Luna, le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, le torri gemelle o le primavere arabe nei paesi del nord Africa o del medio Oriente.
Nel film : “The Father, nulla è come sembra”, Anthony Hopkins, affetto da demenza senile, dimentica costantemente gli eventi importanti della sua vita e dove sono riposte le sue cose, confonde tutto, e piange di tanto in tanto, perché “sta perdendo tutte le sue foglie”.
Ecco noi Occidentali, grazie a scriteriati personaggi guida che abbiano preso a riferimento ormai da decenni, e che forse soffrono anche loro di qualche tipo di demenza, stiamo perdendo le nostre radici, le nostre tradizioni, i nostri principi vitali e la nostra stessa storia.
Il colmo è vedere che i valori fondanti che hanno contrassegnato il nostro recente passato, vengono ora enfatizzati da blocchi nazionali a noi contrapposti.
Vediamo e rimpiangiamo dalla finestra, quello che solo pochi anni fa, avevamo nel salotto di casa !!!

La Psico-Siccità

Ogni anno, da almeno un ventennio a questa parte, si scrive di “siccità record”, riscaldamento globale, carenza idrica con notiziari orribili, ricchi di foto riciclate, commenti allarmistici, facce dei cronisti stravolte.
I maggiori quotidiani nazionali, hanno ormai rubriche fisse sull’argomento, con “spaventatori di professione”, come fino a pochi giorni fa lo erano gli esimi virologi ospedalieri.
L’ho definita la nuova “strategia della tensione”, perché è strumentale alle politiche che si stanno portando avanti  in questo periodo.
In realtà periodi di secca, di mancanza di pioggia, di ghiacciai ritirati e di razionamenti idrici, specie al Sud d’Italia, sono pieni gli annali storici.
L’importante è farli sparire dal motore di ricerca e dalla cronologia di Google, o che Wikipedia se ne “dimentichi” colpevolmente per qualche tempo.
Allora per quei pochi come il sottoscritto, che ancora conservano le polverose Enciclopedie degli anni ’60 e ’70, non è una impresa titanica verificare che questi periodi ci sono sempre stati.
Nel 1540 ad esempio si prosciugarono pozzi che non avevano mai esaurito l’acqua prima di quel momento, e il fenomeno si registrò in tutta Europa con carestie alimentari terrificanti.
Soltanto nella metà del 1600 di situazioni tali, ci ha dato testimonianza il nobile cortonese Annibale Laparelli, con la sua cronaca “Memorie cortonesi” in cui descrive i fatti salienti accaduti nella metà del seicento :  “Anno domini 1650 : “….sono già tre mesi che non piove, e anche con rarissime rugiade, e così scarse che niente più; è venuta alle volte qualche pioggetta, ma non è servita ad altro che ad abbrugiare le campagne, sicché le coste vicino a Cortona e le colline del chiucio nostro sono abbrugiate in modo che se ne spera poco bene; si sente che sia influsso universale a tutta Italia.”
Come documentato dalle cronache dei  contadini orobici, la siccità colpiva duramente anche nel 1700, le Alpi trascorrevano interi inverni senza neve, ed era agevole l’attraversamento dei numerosi passi tra le vallate anche nella stagione rigida.
Perchè la siccità ha sempre interessato il nostro Paese da Nord a Sud, col Po arido e in secca per molti mesi dell’anno.
Nel 1835 in tutta Europa ed in particolare in Transilvania, le persone erano così affamate dalla carestia alimentare che seguì a mesi di secca assoluta, che mangiarono cani e gatti morti.
Ancora nel 1893, si ebbe quella che per molti esperti fu una delle peggiori siccità affrontate del nostro paese.
Un anno horribilis che viene ricordato come uno dei più aridi di sempre, con precipitazioni rarissime sia d’estate che d’inverno, con tutta la produzione agricola e industriale messa in ginocchio.
Dalla fine del XIX sec. si è registrata un’intensa siccità estiva, nel 1893, 1904, 1911, 1921, 1934, 1945, 1947, 1949, 1950, 1952, 1959, 1976, 1983 e 2003.
I danni maggiori si ebbero nella primavera del 1843, nella cosiddetta “estate del secolo” del 1947, nel 1949 e nel 1976.
Ma la storia viene attivamente spazzata via, perché non serve alla narrazione in atto, che deve stupire e terrorizzare con titoli come : “2022 : estate più secca da 500 anni!!!” (cit. Programma Copernicus, Commissione UE).
Pertanto siamo vigili, ma trascorriamo la nostra vita in tranquillità, senza patemi.
Perchè siamo soltanto cirri di passaggio nel cielo blu dell’eternità.
Una grande recriminazione : che non lo capiscano anche i “colletti bianchi” che ci governano !!!

The Chemtrails.

Letteralmente sono “Scie chimiche” e il nome deriva dal combinato disposto di chem (chimica) e trails (sentieri).
Per le teorie del complotto sono delle scie di condensazione visibili ad occhio nudo nell’atmosfera terrestre, create dagli aerei intenzionalmente, con l’utilizzo di agenti chimici o biologici, spruzzati in volo per mezzo di ipotetiche apparecchiature montate sui velivoli, per varie finalità.
Oggi un video, documentava chiaramente un aereo in volo, con due turbogetti puliti, e ben sei ugelli ben identificabili sulle ali, dai quali singolarmente fuoriusciva un potente spruzzo bianco continuo nel bel cielo azzurro.
Aereo chiaramente senza una bandiera, un logo o un qualsiasi elemento di riconoscibilità evidente.
In effetti è da tempo che ci irrorano come piante.
Un DDT bianco e lattiginoso che cala invisibile sulle nostre campagne, sui nostri corsi d’acqua, sulla nostra vegetazione e sulle nostre vite.
Ci si scherza su, non si chiede più nulla, e ormai fa parte del panorama celeste.
Anzi qualcuno si stupisce quando in zone desolate o in alta montagna non se ne vede la coda.
Allora mi chiedo, è mai possibile che questi apparecchi decollino e atterrino da aeroporti nazionali come Fiumicino, Ciampino, Malpensa o Linate, come la flotta Ryanair o Easyjet e nessuno li nota ?
Oppure hanno partenze e approdi segreti, riservati, non omologati ?
Le domande sono d’obbligo, anche perché ci sarà una logistica, un magazzino, dei facchini che maneggiano queste schifezze chimiche per predisporle allo spruzzo.
Uomini che per soldi o per chissà quale ricatto o premio, si prestano tutti i giorni ad avvelenare la loro terra, la loro acqua, i loro stessi figli e nipoti.
Come si fa a congelare tutto e ridicolizzare un problema così grande parlando con sarcasmo di bieco “complottismo” ?
Perché dovete sapere che l’espressione “teoria del complotto”, venne utilizzata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1964, in relazione all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.
E sappiamo bene a posteriori che l’indagine della Commissione Warren, incaricata di far luce su quell’omicidio, si macchiò davvero dei più grandi errori di valutazione della Storia.
Anche oggi come allora, i veri complottisti sono coloro che negano o sottovalutano il pericolo.
Ma come tante altre cose di questo brutto periodo, sono tali e restano tali, col nostro naso in su, e una maledetta impotenza a poter fare qualcosa.

Nazioni modello.

Una volta eravamo noi d’esempio al resto del mondo.
Nella moda, nelle costruzioni, nel design, nelle auto, nel mangiare e bere.
Il gusto italiano era una garanzia di qualità, sobrietà, funzionalità e utilità.
Ma come tutte le più belle cose, anche quel periodo è terminato, si è spento, perché sono arrivati i barbari, come nel III-IV e V secolo dopo Cristo, quando la civiltà romana, lustro e faro del mondo conosciuto, fu degradata e depredata dai germanici, dai finnici e dai popoli dell’Eurasia orientale.
In verità agli inizi degli anni ’90, non siamo stati invasi, non abbiamo subito attacchi militari o guerre di occupazione, ma è bastata una classe politica e dirigenziale funesta, per infilare da soli, il collo, nella “garrota” degli stessi invasori dell’antichità.
Svedesi, Estoni, Inglesi, Finlandesi,
Olandesi, Tedeschi, Francesi, Belgi, Polacchi, Spagnoli e Portoghesi, solo per citarne alcuni, sono entrati a gamba tesa nel nostro territorio, nelle nostre attività produttive, nel nostro turismo, addirittura nelle nostre istituzioni, con Governi e Maggioranze decise in tavolini d’oltralpe.
Ci hanno imposto il loro “Politically correct”, il loro “perbenismo” di facciata e in tre decenni siamo crollati letteralmente, diventando “altro” da quello che eravamo.
Piste ciclabili, risparmio energetico e politica Green, assicurazioni e sanità privata, welfare sempre più ridotto, stipendi da bassa manovalanza per i loro investimenti, insetti nel piatto e ora per completare il quadro, fluid gender e abolizione di ogni bella tradizione italica, come ad esempio papà, mamma, figli, zii, nonni e nipoti.
Questi popoli modello, a cui si fa riferimento per impreziosire un discorso o per mostrare di avere conoscenza dell’ultima moda, della più recente tendenza in realtà sono i nuovi “barbari” contemporanei, gli Unni del terzo millennio.
Nessuno che urla che in quei paesi ci sono i maggiori suicidi, i vecchi abbandonati ovunque, le cliniche per l’eutanasia, le chicche più avanzate in termini di devianze sessuali e il maggior numero di pedofili al mondo.
L’importante è che vanno tutti in bicicletta, che sono i maggiori consumatori di farine di insetti, di carne sintetica e che le loro auto, dai tubi di scappamento soffiano aria pulita e Chanel n.5.
A Roma ci si vanta di piste ciclabili vuote, di investimenti milionari per il 5G, di antenne ed onde ovunque.
Ci si inorgoglisce poi a togliere quel poco lavoro rimasto, a chi ancora insisteva come taxisti, ambulanti, piccoli commercianti e stabilimenti balneari.
Perché in Europa e presso i nostri esempi internazionali è così : non esiste micro offerta, ma Maxi, Ultra, Iper distribuzione.
Non ci sono mele di varie qualità, ma la mela. Unica e sola.
Non si guarisce, ma soltanto ci si cura per tutta l’esistenza.
Eppure questi devono essere i nostri modelli, perché il nostro “Made in Italy”, come già detto in un precedente post, non esiste più, dato che i nuovi Alboino di Bruxelles (il famoso Re dei Barbari più feroci, quello dei Longobardi) sono già arrivati a Roma da decenni, e ormai scelgono chi mettere a capotavola e cosa servire nel piatto a tutti.

La Società del denaro.

Fateci caso, avvicinatevi a due adulti di qualsiasi età che parlottano vicini.
Sicuramente sentirete le parole : “euro, soldi, contanti, banca, finanziaria, debito!”
Ormai si parla soltanto di prezzi, costi e valori numerici.
Una società che ha abbandonato religione, amore, sesso, spiritualità, sentimenti, per la cartaccia sporca e puzzolente delle banconote.
Che non sono mai abbastanza !!!
Si quantifica tutto, e ormai le capacità, il valore, addirittura la bellezza di un soggetto, sono direttamente proporzionali al suo portafoglio e a quanto possiede.
L’idea di applicare un concetto di valore monetario a tutto è ovunque.
Si applica alla vita umana, a qualcuno che fa i lavori domestici – a tutti quei servizi che non erano considerati da un punto di vista economico anche solo una o due generazioni fa – e questo è un cambiamento fondamentale.
E per ogni problema si trova la soluzione scrivendo la cifra.
Ora si vorrebbero addirittura cancellare tutti i crimini commessi coi sieri genici, garantendo risarcimenti ridicoli, svicolando dalle proprie responsabilità.
Il ministro della salute tedesco Karl Lauterbach, un autentico mastino della persecuzione genica sperimentale, ora ammette “piccoli errori” e vorrebbe sveltire le procedure di rapido indennizzo ai parenti delle vittime e dei danneggiati dal buco.
Questi politici, che utilizzano i soldi (per altro degli altri), per correggere le loro politiche folli e i loro assurdi convincimenti, non vanno compatiti o scusati … vanno soltanto PROCESSATI !!!
Altro che risarcimento danni a chi non sa più che farne degli sporchi denari di GIUDA, perché magari paralizzato, malato od ospite di ospedali o cimiteri.
Mio padre ripeteva : “Tutto ha il suo prezzo. Guarda soltanto se chi hai davanti possiede la bocca!”
In effetti oggi siamo all’apoteosi del compra e vendi.
Ragazzine che su Onlyfans si mostrano nude a pagamento, sul cellulare a gettone ogni tipo di perversione, prostituzione maschile e femminile di alto bordo, negazione della propria moralità per una mancetta o uno stipendio, anche da fame.
Tutto ha il suo prezzo e ogni cosa si misura con il simbolo dell’Euro o del Dollaro davanti.
E questo sta conducendo ad un isolamento preoccupante, ad una esasperazione dell’individualismo sfrenato, perché la vita rappresentata soltanto da numeri, diventa una gara, una corsa a ostacoli.
Dove una società profondamente divisa e classista, sembra accettare che l’1% più ricco del mondo, detenga più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.
In tutto ciò, sono preoccupato perché  il mio prezzo sta scendendo anno per anno e ormai sto anch’io per esporre il cartello dei “saldi” … devo solo trovare l’amatore con la passione per gli affari !!!

Le popolose città asiatiche.

Credo non la conosca nessuno.
Si chiama Guangzhou, ed è una municipalità cinese, con una popolazione di oltre 44 milioni di abitanti.
Anche se in passato era la più nota e famosa Canton, vicino ad Hong Kong.
Fa coppia con un altro “monster” cinese, Chongqing, nel centro meridionale della Cina.
Con un’area urbana di 82 401 km², che la rendono anche la più estesa al mondo, conta la bellezza di oltre 32 milioni di abitanti.
Per l’esattezza 32.054.159 nel censimento del 2020, la metà abbondante di quella dell’intera Italia.
E con il suo hinterland raggiunge e supera anche Tokio, con oltre 39 milioni di anime.
Pensate infine che la sua estensione è paragonabile a quasi quattro volte quella dell’Albania.
Shanghai, anch’essa in territorio cinese, segue in classifica poco dopo, con circa 31 milioni di abitanti.
Sono città “sospese e multistrato”, dove è possibile vivere una vita, senza mai posare i piedi a terra.
Ponti, grattacieli, torri, case sospese, viadotti, cavalcavia, passerelle e palafitte per una popolazione sempre al lavoro, sempre in moto, 24 ore al giorno.
Pechino, Hangzhou (entrambi ad oltre 20 milioni) e Tokio (quasi 14 milioni), non sono da meno.
Come possiamo cercare e trovare similitudini con questi agglomerati umani ?
Come è possibile che qualche “pazzo” in politica voglia copiare queste municipalità e importarle in Occidente ?
Perché di questo si parla !!!
Desertificazione dei piccoli centri e dei borghi a dimensione umana, per accentramenti mostruosi in poche super municipalità piene di telecamere, tornelli, posti di controllo, vigilanza e polizia.
La vita nei piccoli centri sarà di fatto impedita dalla chiusura di tutti i negozi, dalla sempre più scarsa manutenzione delle strade per raggiungerli e metterli in comunicazione col resto del mondo, taglio di ogni trasporto e approvvigionamento alimentare, e pratica impossibilità a trovare e mantenere un lavoro.
Oltre all’invecchiamento progressivo e inevitabile di queste aree.
Considerate che in Cina, la superficie di un intero continente è praticamente depopolato e intere aree stanno diventando improduttive, perché si abbandona la terra, si lasciano gli antichi mestieri e il numero dei vecchi è in continuo e progressivo aumento.
Ormai il percorso è chiaro e purtroppo molto interdisciplinare in tutto il pianeta : depopolamento, urbanizzazione esasperata, controllo serrato di tutto e tutti, redditi da fame, vita impegnata 24 ore al giorno, sorrisi e gioia un antico ricordo.
Solo il vecchio e glorioso “asteroide” potrebbe risollevare le sorti di questo pianeta triste, ma occorrerebbe tornare ad avere dimestichezza con la clava e a cercare di non essere gli antipasto dei dinosauri.
Francamente tutto molto, troppo difficile…

Quanta confusione!

I sintomi più importanti che si associano ad un quadro di confusione mentale sono : la perdita della percezione dello spazio e del tempo ; la perdita della memoria a breve termine ; uno stato di agitazione psicomotoria ; irrequietezza ed irritabilità ; l’alterazione del livello di coscienza ; uno stato continuo d’ansia e di angoscia ; una apatia generalizzata.
Ebbene sono riusciti a farceli provare tutti, questi bellissimi sintomi.
Al supermercato, in metro, nelle file ai negozi e alla posta, ovunque ormai si contano “confusi mentali”.
Tic, unghie mangiucchiate, grattamenti vari, discorsi senza né capo né coda, discussioni e litigi per nulla, scatti d’ira, apatici e depressi dappertutto.
C’è la fiera delle stramberie.
Un’umanità brutta, avvilita, finta e truccata, gonfiata e dilatata.
Non si incontrano più l’uomo o la donna belli, dentro e fuori.
Ci sono solo “confusi e infelici”, a dispetto di quello che cantava Carmen Consoli nel 1997.
E per ottenere tutto questo in poco tempo, è bastato far rinnegare a moltissimi i propri principi di libertà e di autodeterminazione.
Farli vivere con elementi informativi forniti in maniera errata e senza criterio ; quindi con disordine, scompiglio, confusione e mancanza anche delle poche certezze che avevano fino ad allora.
Dopo tutto, confusione è proprio il contrario di consuetudine, di normalità, perché dal 2020 abbiamo la “nuova normalità”, quella che col passato non ha piu nulla a che vedere.
L’unico consiglio è quello di tenere la barra dritta e la sicurezza interna di quello che si sente e si ritiene intimamente “giusto”.
A prescindere dai suonatori di violino e dai tanti falsi profeti.

Il trattato di Parigi del 1947

Se qualcuno dovesse domandarvi da quando l’Italia non conta più nulla dal punto di vista internazionale, dovreste probabilmente rispondere dal 1947, quando la nostra delegazione, capitanata dall’ufficiale e diplomatico italiano, Antonio Meli Lupi di Soragna, firmó con l’impronta del suo anello, con lo stemma gentilizio, perché non avevano con loro il sigillo della Repubblica, il Trattato di Pace fra l’Italia e le potenze alleate, alle ore 11,15 del 10 febbraio, nella Sala dell’Orologio del Quai d’Orsay.
In tale occasione le 4 potenze alleate vincitrici del conflitto bellico (Usa, URSS, Francia e Inghilterra) inflissero ai poveri italiani, una autentica umiliazione in quanto a trasferimenti territoriali e riparazioni di guerra. Fummo infatti coloro a cui furono tolte tutte le colonie e i territori in concessione dopo la vittoriosa prima Guerra mondiale, e quelli a pagare in dollari di allora, il danno di guerra più ingente di tutti, oltre 360 milioni, l’equivalente di 5 manovre correttive.
Pensate che il Presidente di quel tempo, il napoletano Enrico De Nicola, che non condivideva il testo, rifiutó a più riprese di apporvi la sua firma, e si racconta che in un accesso d’ira, rosso in faccia, buttò all’aria tutti i documenti dalla sua scrivania.
Difatti in quell’occasione ob torto collo, dovemmo accettare tutto e diventare il fanalino di coda della politica internazionale europea.
Senza uno scatto di orgoglio, senza alcuna alzata di petto, privi della minima capacità negoziale.
Divenimmo gli “Yesmen” del continente, come per altro facciamo anche oggi a Bruxelles, memori delle antiche gesta e in linea con il leccaculismo storico.
In poco più di in biennio, dalla fine della guerra alla firma di Parigi, riuscimmo a trasformarci da Roma Caput Mundi, ad Italietta “Rigatoni e mandolino”.
Grazie sempre ai nostri direttori d’orchestra, i nostri politici d’adozione, coloro che sempre in quegli anni, passarono dalla camicia nera, al colletto bianco con cravatta scura, senza colpo ferire, senza che nessuno ricordasse loro, le varie genuflessioni fatte al potere dittatoriale.
Forse perché ormai erano abituati a cambiare casacca.

8 Miliardi !!!

Secondo una stima dell’ONU, venuta fuori improvvisamente e nel pieno della Conferenza Mondiale Cop27 di Sharm el-Sheikh, la popolazione mondiale proprio in questa settimana, ha superato gli 8 miliardi di abitanti, un passaggio che viene definito : “una importante pietra miliare nello sviluppo umano” ed un monito alla “nostra responsabilità condivisa, di prenderci cura del nostro pianeta !”.
Per l’Onu, “questa crescita senza precedenti” – nel 1950 si contavano soltanto (si fa per dire) 2,5 miliardi di abitanti – è il risultato di “un graduale aumento della durata della vita, grazie ai progressi della sanità pubblica, dell’alimentazione, dell’igiene e della medicina”.
Se fino al 1800, la Terra aveva meno di un miliardo di abitanti, sono bastati dodici anni per passare da 7 a 8 miliardi.
Una progressione esponenziale che
sottolinea ancora una volta la grande differenza tra Paesi ricchi, che sono i maggiori responsabili del riscaldamento globale ed i maggiori consumatori di risorse naturali, e Paesi poveri, dove più di 1 su 10 (828 milioni), soffre la fame nera, aggravata dal mix micidiale dei cambiamenti climatici, delle malattie e della guerra.
Ma siamo proprio sicuri che questi report e questi numeri siano veritieri ?
Perché a questo punto è legittimo dubitare di tutto, anche di questi dispacci numerici delle Organizzazioni sovranazionali, che con la pezza a colore di dati non verificati, giustificano tutto, anche la famigerata “depopolazione controllata”.
Con la scusa di essere troppi, si apre al controllo serrato delle nascite, alle pratiche abortive, alle politiche anticoncezionali di molti paesi asiatici e africani, ad una assistenza sanitaria sempre più cara e ad appannaggio di chi se la può permettere.
Sembra di assistere al bollettino Covid19, che ogni settimana ci sciorinava numeri misteriosi di decessi e contagiati, mai verificati da nessuno, che giustificavano ogni politica, anche quelle più dubbie e invasive dell’ultimo biennio.
Saremo davvero 8 miliardi di anime ?
Non lo so, ma attribuirne più dell’80% a nazioni e popoli dove si vive ancora in grotte e capanne, dove non esiste alfabetizzazione, dove non ci sono vie di comunicazione e dove soprattutto non c’è nessuno che controlli … qualche dubbio me lo fa venire.
Solo altre domande irrisolte, alle moltissime nate in quest’ultimo periodo della mia vita.

Buio pesto !

Secondo quanto riferisce AFP, l’Agenzia France Press, la rete elettrica nazionale del Bangladesh, oggi è crashata, lasciando il 96% della popolazione (composta da 140 milioni di persone) completamente al buio.
Solo alcune parti del nord-ovest del paese sembrano avere ancora elettricità.
Sono preoccupanti anticipazioni di quello che potrebbe accadere anche da noi, quando le nostre centrali elettriche, a secco di carburante nei prossimi mesi, sarebbero a rischio Blackout o di funzionamento a singhiozzo.
Ad esempio la mia via di residenza, a Ciampino, è già completamente al buio, quanto ad illuminazione pubblica, nonostante ripetuti solleciti di intervento per guasto.
Si chiama consumo solidale, ossia “tu stai al buio!” e chi comanda continua ad illuminare a giorno.
E a macchia d’olio molti esercizi commerciali e di somministrazione, stanno già attuando risparmi considerevoli sull’illuminazione esterna o comunque non strettamente collegata all’esercizio.
Ci stanno letteralmente terrorizzando, come già fatto in epoca Covid19, con una informazione a martello, preoccupata e preoccupante.
La luce e l’energia elettrica in realtà, sono due peculiarità del progresso occidentale, guadagnate con invenzioni e scoperte in quasi due secoli di storia, sempre per allargare la platea dei beneficiari e ridurne i costi.
Da un decennio a questa parte invece, oltre a diventare costi fissi proibitivi per molte attività economiche (forni, panetterie, locali pubblici, grande distribuzione, etc.), questo simbolo del benessere e della prosperità occidentale, sta diventando un vero e proprio lusso.
Inaccessibile a fasce sempre più estese della popolazione.
Costi elevatissimi, che costringono al buio, al freddo, al ritorno al passato, molti anziani, famiglie mononucleari, poveri e giovani non occupati.
Le Aziende erogatrici, ora operanti in un mercato “libero”, sono sempre piu avide e lontane dai bisogni della gente, e ormai da remoto, con i nuovi contatori “intelligenti”, distaccano utenze e consumi, per le morosità sempre più gravi nei pagamenti correnti.
Il mercato libero in realtà è un oligopolio, nel quale agiscono i soliti noti, senza neanche più i lacciuoli della normativa statale, in un cartello che salva prebende e posizioni privilegiate.
E in questa palude, si fa veramente fatica a vedere una via di uscita !
Perché anche i pannelli solari, sono una soluzione zoppa, poiché gestiti dagli stessi fornitori nazionali, che stabiliscono prezzi, ritorno al consumatore e normativa di impianto e manutenzione.
Per non stare quindi negli antri oscuri, o al lume di candela, occorrerà pertanto acquistare gruppi elettrogeni ad accumulatori dinamici, come la vecchia, ma sempre affidabile dinamo della bicicletta, con la forza delle nostre membra … sempre ché non ce le indeboliscano, col mangiare insetti e altre schifezze simili !