La fine dei valori Occidentali

Mani sui diritti fondamentali della persona (libertà di spostamento e diritto di autodeterminazione), obbligo di farmaci lasciapassare, credito sociale e controllo esasperato di ognuno, sequestro di capitali e beni a cittadini dissidenti (soltanto Russi per il momento), mancato rispetto dei trattati internazionali, rovesciamento di governi stranieri eletti dal loro popolo, fomento di guerre in altri Paesi.
Non c’è dubbio.
L’Occidente sta distruggendo tutti i suoi valori fondativi !!!
Come non esiste più alcuna differenza tra destra e sinistra, così assistiamo alla completa omologazione tra Occidente e Oriente del mondo.
Tra regimi dispotici e governi “pseudo democratici”.
Non avremo più un Occidente faro e guida di progresso e libertà per il mondo intero, ma un coacervo di povertà e precarietà, che dall’ex terzo e quarto mondo, è già di fatto approdato nelle nostre vite di europei e nord americani.
La speranza, che era una autentica certezza che avevamo da bambini, quella cioè di gridare : “Arrivano i nostri!!!”, si è trasformata in angoscia di sapere con chi (o con cosa) avremo a che fare nell’immediato futuro.
A questo punto diventa legittimo anche dubitare della realtà storica e dell’intera narrazione della nostra infanzia, in cui ci inculcavano i miti americani di Davy Crockett o del Capitano Custer, lo sbarco sulla Luna, le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, le torri gemelle o le primavere arabe nei paesi del nord Africa o del medio Oriente.
Nel film : “The Father, nulla è come sembra”, Anthony Hopkins, affetto da demenza senile, dimentica costantemente gli eventi importanti della sua vita e dove sono riposte le sue cose, confonde tutto, e piange di tanto in tanto, perché “sta perdendo tutte le sue foglie”.
Ecco noi Occidentali, grazie a scriteriati personaggi guida che abbiano preso a riferimento ormai da decenni, e che forse soffrono anche loro di qualche tipo di demenza, stiamo perdendo le nostre radici, le nostre tradizioni, i nostri principi vitali e la nostra stessa storia.
Il colmo è vedere che i valori fondanti che hanno contrassegnato il nostro recente passato, vengono ora enfatizzati da blocchi nazionali a noi contrapposti.
Vediamo e rimpiangiamo dalla finestra, quello che solo pochi anni fa, avevamo nel salotto di casa !!!

I piccioni di oggi.

Il divertimento di chi getta il granturco ai piccioni, sta nell’osservare come questi si fiondano ad ogni lancio, spostandosi freneticamente ed azzuffandosi per accaparrarsi un chicco.
I nostri capi, e il mondo dell’informazione, media e social, si comportano esattamente come coloro che danno il mangime agli uccelli : rilasciano news, strampalate e incredibili, consci che staranno tutti a tuffarsi lì, a commentare e prendere posizione : favorevoli o contrari.
La differenza con i lanciatori di granturco, è che i media ed i social – o meglio, chi li gestisce – spesso usano il rilascio di una notizia, per distrarre i “piccioni” da altri accadimenti, e la cosa funziona così bene, che lo schema si ripropone sistematicamente.
Tanto che i padroni del vapore, tra loro pensano : “I piccioni sono davvero noiosamente prevedibili !”
Siamo infatti teste vuote, o meglio riempite di così tante falsità, che reagiamo ormai sempre allo stesso modo, senza notare le novità e le implementazioni della narrativa, che di fatto al contrario, sono molto riconoscibili e che dovrebbero essere chiaramente identificabili anche al più ottuso della Terra.
Ma come i piccioni dobbiamo pensare prima di tutto alla pancia, e quindi ci va bene anche credere a Biancaneve e i Sette Nani o allo sbarco sulla Luna fatto 60 anni fa, con il modulo di carta Domopak.
Il clamore per l’arresto di Matteo Messina Denaro, a reti unificate, mette in secondo piano il Mes, l’inflazione a 2 cifre, il costo dell’energia proibitivo, le file sempre più lunghe alla caritas, la credibilità internazionale “povera” della nostra classe politica, nonostante le statistiche.
Come i piccioni viviamo la nostra vita tra il marciapiede davanti casa, a beccare granturco, e qualche volo ogni tanto, rigorosamente in low class di Ryanair.
Per altro ancora per poco !!!

Il trattato di Parigi del 1947

Se qualcuno dovesse domandarvi da quando l’Italia non conta più nulla dal punto di vista internazionale, dovreste probabilmente rispondere dal 1947, quando la nostra delegazione, capitanata dall’ufficiale e diplomatico italiano, Antonio Meli Lupi di Soragna, firmó con l’impronta del suo anello, con lo stemma gentilizio, perché non avevano con loro il sigillo della Repubblica, il Trattato di Pace fra l’Italia e le potenze alleate, alle ore 11,15 del 10 febbraio, nella Sala dell’Orologio del Quai d’Orsay.
In tale occasione le 4 potenze alleate vincitrici del conflitto bellico (Usa, URSS, Francia e Inghilterra) inflissero ai poveri italiani, una autentica umiliazione in quanto a trasferimenti territoriali e riparazioni di guerra. Fummo infatti coloro a cui furono tolte tutte le colonie e i territori in concessione dopo la vittoriosa prima Guerra mondiale, e quelli a pagare in dollari di allora, il danno di guerra più ingente di tutti, oltre 360 milioni, l’equivalente di 5 manovre correttive.
Pensate che il Presidente di quel tempo, il napoletano Enrico De Nicola, che non condivideva il testo, rifiutó a più riprese di apporvi la sua firma, e si racconta che in un accesso d’ira, rosso in faccia, buttò all’aria tutti i documenti dalla sua scrivania.
Difatti in quell’occasione ob torto collo, dovemmo accettare tutto e diventare il fanalino di coda della politica internazionale europea.
Senza uno scatto di orgoglio, senza alcuna alzata di petto, privi della minima capacità negoziale.
Divenimmo gli “Yesmen” del continente, come per altro facciamo anche oggi a Bruxelles, memori delle antiche gesta e in linea con il leccaculismo storico.
In poco più di in biennio, dalla fine della guerra alla firma di Parigi, riuscimmo a trasformarci da Roma Caput Mundi, ad Italietta “Rigatoni e mandolino”.
Grazie sempre ai nostri direttori d’orchestra, i nostri politici d’adozione, coloro che sempre in quegli anni, passarono dalla camicia nera, al colletto bianco con cravatta scura, senza colpo ferire, senza che nessuno ricordasse loro, le varie genuflessioni fatte al potere dittatoriale.
Forse perché ormai erano abituati a cambiare casacca.

Avanti comunque !

Durante un dibattito televisivo sulla rete Canal+, andato in onda lo scorso 13 ottobre, è stato reso noto il risultato di un sondaggio in terra transalpina.
“Escalation della tensione con Putin : la Francia deve continuare a mandare armi all’Ucraina?”.
Ebbene il 76,7% degli intervistati si è detto contrario.
In Italia idem con patate, durante manifestazioni spontanee e dibattiti per strada con l’uomo qualunque.
In Spagna e Belgio, si marcia da giorni contro nuovi stanziamenti bellici, e a Praga nell’ultima settimana di settembre, oltre 70 mila persone erano in piazza contro la Nato e le sanzioni alla Russia.
E nonostante tutto questo, dove milioni e milioni di Europei, dei maggiori paesi dell’Unione, stanno contraddicendo e contrastando l’ostinazione con cui la Commissione UE, continua a mettere soldi sul banco di un ipotetico conflitto nucleare, ieri pomeriggio, la Presidente Ursula von der Leyen, ha annunciato l’erogazione di un nuovo pacchetto di assistenza macrofinanziaria all’Ucraina per ulteriori 2 miliardi di euro.
Superandosi e continuando con un post su Twitter : “Altri aiuti seguiranno entro la fine dell’anno. Rimarremo a fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Discuteremo come garantire un supporto continuo con i partner globali alla conferenza sulla ricostruzione del Paese”.
Ora se l’organismo e le istituzioni europee fossero realmente democratiche, dovrebbero rispondere di ogni loro decisione ai propri rappresentati.
E invece se ne strafregano di tutto quello che pensiamo, o soffriamo noi, semplici sudditi.
A partire proprio da Gentiloni, che da quando è commissario UE per gli affari economici e monetari, sembra essersi scordato di essere italiano ed essere stato un catechista cattolico, ai tempi della maturità classica al Tasso, nel quartiere Ludovisi.
Prendiamo atto di avere al potere assoluto, una gerontocrazia di sordi e tronfi, che realizzano la mattina quello che gli suggerisce il cervello la sera prima.
Quindi avanti comunque !
A prescindere dal volere dei popoli e dal vivere corretto e razionale a cui aspiriamo tutti.

Voi cosa vorreste fare davvero?

Chiudiamo tutti … eppoi ?

È la domanda che mi sono sempre fatto, fin da bambino, quando i miei genitori tornavano dal mercato stanchi, sfiniti specie il sabato, quando si faceva giornata doppia.
E io li volevo a casa con me.
“Ok. Piantiamo baracca e burattini.
Ma domani cosa facciamo ?” diceva la mia povera mamma.
Alfredo Panzini, scrittore, docente e critico letterario, testimoniava un’estensione di significato della locuzione più ristretta di quella attuale : “Lasciar che tutto vada in malora, abbandonare all’incuria, o per malanimo o per dispetto !!!”.
Oggi moltissimi stanno abbandonando tutto alla negligenza e alla trascuratezza, specie nei piccoli centri, sempre più vuoti e deserti, perché abbassano saracinesche per sempre o perché stanno provando a sospendere attività decennali, non sapendo più come procedere.
Si preferisce chiudere, che soffrire di un malanimo che ti toglie la vita.
Ed un pensiero necessariamente va ai miei tanti amici Ambulanti, quando dopo le levatacce al gelo e mattine senza clienti, tornano sempre più spesso a casa con le mani vuote, ma con le tante spese (benzina, mangiare, posteggio etc.), comunque da sostenere.
Ieri da Mario Giordano a “Fuori dal Coro”, sfogatoio settimanale degli sfigati, una decina di nuovi disoccupati che avevano chiuso il loro esercizio.
Molti dei quali al Sud o nelle isole.
Ma ora a quella gente, compresi i tanti collaboratori che gravitavano in quelle attività, chi ci pensa ?
Come possono chiudere tutto e sperare di migliorare la loro posizione, magari ripartendo da zero ad età avanzate, con figli ancora a carico, con mutui e affitti da pagare ?
Perché non tutti sono ricchi possidenti, non tutti hanno fatto la formica in vita e non tutti sono riusciti a preservare le loro fonti di reddito in questi ultimi anni.
“Ok chiudiamo … eppoi ?”
Daremo bonus e redditi di sussistenza a tutti ?
Oppure, visto che il tanto decantato Welfare Occidentale è morto e sepolto, e ce ne stanno presentando il conto, con porzioni di popolazione sempre più abbandonata a sé stessa, continuiamo a fregarcene tutti, sperando che a noi tocchi il più tardi possibile ?
Capisco chi si fa sopraffare, chi molla per dispetto, e chi a forza di ridurre le fette di torta ora sta alle briciole, ma così non c’è Governo o Riforma che tenga !!!
Così c’è solo il Caos e la rivoluzione … o hanno pure già previsto la repressione ???

Buio pesto !

Secondo quanto riferisce AFP, l’Agenzia France Press, la rete elettrica nazionale del Bangladesh, oggi è crashata, lasciando il 96% della popolazione (composta da 140 milioni di persone) completamente al buio.
Solo alcune parti del nord-ovest del paese sembrano avere ancora elettricità.
Sono preoccupanti anticipazioni di quello che potrebbe accadere anche da noi, quando le nostre centrali elettriche, a secco di carburante nei prossimi mesi, sarebbero a rischio Blackout o di funzionamento a singhiozzo.
Ad esempio la mia via di residenza, a Ciampino, è già completamente al buio, quanto ad illuminazione pubblica, nonostante ripetuti solleciti di intervento per guasto.
Si chiama consumo solidale, ossia “tu stai al buio!” e chi comanda continua ad illuminare a giorno.
E a macchia d’olio molti esercizi commerciali e di somministrazione, stanno già attuando risparmi considerevoli sull’illuminazione esterna o comunque non strettamente collegata all’esercizio.
Ci stanno letteralmente terrorizzando, come già fatto in epoca Covid19, con una informazione a martello, preoccupata e preoccupante.
La luce e l’energia elettrica in realtà, sono due peculiarità del progresso occidentale, guadagnate con invenzioni e scoperte in quasi due secoli di storia, sempre per allargare la platea dei beneficiari e ridurne i costi.
Da un decennio a questa parte invece, oltre a diventare costi fissi proibitivi per molte attività economiche (forni, panetterie, locali pubblici, grande distribuzione, etc.), questo simbolo del benessere e della prosperità occidentale, sta diventando un vero e proprio lusso.
Inaccessibile a fasce sempre più estese della popolazione.
Costi elevatissimi, che costringono al buio, al freddo, al ritorno al passato, molti anziani, famiglie mononucleari, poveri e giovani non occupati.
Le Aziende erogatrici, ora operanti in un mercato “libero”, sono sempre piu avide e lontane dai bisogni della gente, e ormai da remoto, con i nuovi contatori “intelligenti”, distaccano utenze e consumi, per le morosità sempre più gravi nei pagamenti correnti.
Il mercato libero in realtà è un oligopolio, nel quale agiscono i soliti noti, senza neanche più i lacciuoli della normativa statale, in un cartello che salva prebende e posizioni privilegiate.
E in questa palude, si fa veramente fatica a vedere una via di uscita !
Perché anche i pannelli solari, sono una soluzione zoppa, poiché gestiti dagli stessi fornitori nazionali, che stabiliscono prezzi, ritorno al consumatore e normativa di impianto e manutenzione.
Per non stare quindi negli antri oscuri, o al lume di candela, occorrerà pertanto acquistare gruppi elettrogeni ad accumulatori dinamici, come la vecchia, ma sempre affidabile dinamo della bicicletta, con la forza delle nostre membra … sempre ché non ce le indeboliscano, col mangiare insetti e altre schifezze simili !

No a tutto !

Secondo l’Agi.it, dai messaggi Facebook e Twitter degli ultimi giorni, e dall’esame dei profili di chi esprime certi concetti, si evince chiaramente che i “No-siccità” dell’ultim’ora, spesso sono anche i negazionisti del Covid, della guerra in Ucraina e del cambiamento climatico. 
Possibilisti a credere alla Terra piatta, al trattato Antartico come limitazione all’esplorazione di nuove terre emerse, e ancora negazionisti dell’attentato alle Torri Gemelle, ad Osama bin Laden come cellula madre del terrorismo mondiale, e per finire scettici, se non agnostici, allo sbarco dell’uomo sulla Luna.
Ebbene io, anche se con molti distinguo, sono il profilo esatto del supposto credulone complottista.
Perché anche a mio avviso, da sempre e maggiormente da circa il 1700, ci stanno rincoglionendo di bugie, frottole, panzane, o più semplicemente … cazzate.
Entrati nell’ottica che stiamo tutti vivendo un film, con tanto di regia, sceneggiatura e coreografia studiata a tavolino, è logico e consequenziale, vedere e accorgersi di tutte le storture, che per decenni abbiano creduto vere come il vangelo.
Forse anche più del Vangelo.
La stampa prima e la televisione poi, dirette e indirizzate da pochissimi monopolisti nel mondo, sono servite a tarpare le ali mentali, per oltre tre secoli di storia.
L’avvento di internet e la possibilità di accedere a fonti, foto, testimonianze, video e pensieri tanto differenti tra loro, non facilmente controllabili dalle élite, ha invece “rotto” quel clima e quella cappa di verità assoluta e profetica.
Sì, da tre anni a questa parte sono anche io : “No a tutto !!!”.
Voglio capire, vedere, leggere e possibilmente combattere, tutte le false interpretazioni della realtà che ci circonda.
Non per partito preso, ma perché ho rispetto della mia intelligenza e della mia dignità di persona.
Ormai tutto è tendenzialmente fasullo, minimamente modificato, intimamente contraffatto.
Carriere di uomini famosi, esempi di vita illustri, bontà dei Governi che lo fanno per noi, desiderio di preservare la vita di tutti, spinta ideale a migliorare le condizioni di esistenza su questo pianeta.
Pianeta ? E perché non “Tondeta”, come ci hanno fatto studiare fin dall’origine sul Sussidiario alle elementari ?
Altro enigma spiritoso. 😉

12 giugno 1942

Sembra il titolo di un romanzo della seconda guerra mondiale.
Qualche testimonianza del secolo scorso che ha che fare con bombe, rifugi, suoni delle sirene, mitragliatrici.
E in effetti in questo giorno di qualche anno prima, quello della tua venuta al mondo, nasceva un’altra fanciulla molto importante.
“Venerdì 12 giugno ero già sveglia alle sei : e si capisce, era il mio compleanno ! Ma alle sei non mi era consentito d’alzarmi, e così dovetti frenare la mia curiosità fino alle sei e tre quarti. Allora non potei più tenermi e andai in camera da pranzo, dove Moortje, il gatto, mi diede il benvenuto.”
L’ho scoperto soltanto oggi cara Armandina, che nascesti esattamente 13 anni dopo Anna Frank.
Perché inizia così il racconto di sé stessa, su un piccolo diario con la copertina di tela a scacchi bianchi e rossi, ricevuto in regalo dal papà.
Sembra davvero un’altra epoca.
E proprio oggi, dopo appunto un’altra epoca, avresti compiuto 80 anni.
Uso il condizionale perché nel 2014 abbandonasti questa terra per ricongiungerti a Papà, ai miei nonni a tutti i tuoi cari.
A soli 72 anni ancora da compiere, decidesti di vegliarci dal cielo, come un angelo custode.
Certo che il 1942, è un anno proprio lontano e strano.
Lo ricordavo bene, anche agli esami di licenza elementare, perché era la data anagrammata della scoperta dell’America : 1492.
In quell’anno avvennero grandi eventi, la battaglia di Midway, la nascita del nostro codice civile, la costituzione del partito d’azione, il primo scudetto della Roma, il Brasile che ci dichiarò guerra, l’inizio del 20°anno dell’era fascista, la prima reazione nucleare della storia.
E in quel di Roma nasceva Armanda, una ragazza esile, con un nome maschile “femminilizzato”, perché come primogenito si sarebbe preferito un maschietto.
Una ragazza forte, anche se fortemente miope, con le acconciature di Mina, il neo finto da ragazza, le gonne strette e il fidanzato (poi marito), bullo e macho, come sognavi al cinema, con Salvatori e Maurizio Arena.
Oggi al tuo 80°, magari tutta bianca e zoppicante, avresti conosciuto i tuoi pronipotini, Lorenzo ed Eleonora, e sicuramente avremmo fatto una bella festa, magari al fresco, in collina come amavi tanto.
Buon Compleanno Mamma, e non ti dico come fanno tutti oggi : “ovunque tu sia!”, perché io lo so benissimo dove trovarti : con il tuo braccio sulla mia spalla destra. Sempre!!!
Tanti, sinceri auguri.

La guerra delle ugole d’oro.

Come il Festival di Sanremo, che nel mese di febbraio è ormai una tradizione tutta italiana, ora c’è l’Eurovision Song Contest, nel mese di maggio, che si sta affermando come una specie di Champions League della canzone.
E naturalmente quest’anno i vincitori non potevano che essere Ucraini, dopo l’appello a reti unificate di Zelensky, l’uomo in canotta verde militare.
Sul palco da vincitori assoluti quindi, la “Kalush Orchestra”, con costumi tradizionali dei Carpazi e streetwear.
Hanno urlacchiato la canzone «Stefania», dedicata alla mamma del leader del gruppo, Oleg Psiuk, con balli e bandiere nazionali sventolate.
La rappresentanza italiana, costituita da Blanco e Mahmood, che si erano vestiti da pagliacci variopinti, non è neanche riuscita a salire sul podio, nonostante erano sicuri della vittoria.
La cosa ridicola è avvenuta il giorno dopo, domenica pomeriggio, quando nonostante la guerra, a Kiev, si è tenuta una grande festa per la vittoria del festival, con centinaia di persone in strada, mortaretti, caroselli di auto super lusso e ragazze in bikini.
Ora se fosse stato un vero palcoscenico di guerra, non credo che ci sarebbe stata un’anima viva che partecipava a tali iniziative.
Invece era una baraonda felice.
Naturalmente tacitata e ignorata colpevolmente dall’informazione internazionale.
Pertanto qui, più che di guerra con moschetti e fucili, possiamo tranquillamente parlare di guerra di ugole, strilli e drag queen in passerella.
Altra fuffa in pasto agli italioti, che si schierano sempre in favorevoli o contrari e che, quando c’è da fare casino (o nulla), sono sempre i primi della classe.
Nel frattempo tutto aumenta di prezzo … e grano, farina, olio e altri beni di prima necessità, stanno sparendo piano, piano dagli scaffali … ma ce lo stanno dicendo chiaramente da giorni, e quindi la colpa è soltanto nostra !!!

Essere mamme oggi.

Mia nipote, la piccola Eleonora, lo ha capito da subito.
Cerca e vuole stare solo in braccio a mia figlia, anche in mezzo a centinaia di persone.
Uno potrebbe pensare, perché è piccola, ancora non cammina, non parla, e non può scegliere.
No !!!
È perché ha capito che in braccio alla madre è sicura che non gli accadrà nulla, ed avrà sempre il suo scudo naturale contro le avversità della vita.
Klimt, il pittore austriaco che immortalò mamma e figlia in un bellissimo dipinto del 1905, che in realtà celebra le tre età della donna: l’infanzia, la maturità e la vecchiaia, raffigura un abbraccio fra la donna e la bambina, che ha sempre colpito per la sua tenerezza diventando uno dei simboli artistici del rapporto mamma-figlio.
Una blogger che seguo e che di tanto in tanto pubblica propri pensieri o versi poetici, Daniela Domenici, a proposito di questo rapporto scrive questa mattina :
“Essere mamma :
un’ardua responsabilità
ma anche un dono divino
di cui essere grate,
ci sono momenti bui,
è inevitabile,
ma le gioie sono maggiori :
parola di mamma felice!”
Ecco, essere mamme di questi tempi è davvero una grandissima responsabilità, paragonabile ad esserlo in tempo di guerra, perché sono talmente tanti i pericoli e le potenziali difficoltà, che scegliere di mettere al mondo una creatura non è da tutti.
Sicuramente non lo è da parte di chi non conosce il sacrificio e di chi antepone sé stessa a tutto il resto : manager, donne di successo, vip o celebrità, tutto, fuorché una madre, ossia una “predestinata”.
Perché essere mamme é un bene del cielo, che stanno cercando di toglierci in ogni modo : coi peraccini obbligati, con politiche sessuali criminali, con inviti allo svago e alla completa assenza di tribolazioni.
Invece la mamma, come ho scritto all’inizio è lo scudo, il nostro riparo dai nubifragi della vita.
Mia suocera Anna, pur essendo di Cosenza, è solita ripetere il detto campano : “Chi tene mamma nun chiagne !” a sottolineare il grandissimo amore che aveva per la sua mamma, morta ancora molto giovane e che aveva assistito per tutti i mesi della sua malattia, e quanto si sentiva indifesa per la sua repentina assenza. Auguro quindi a tutte le mamme di essere sempre vicine ai loro figli e a questi ultimi, di essere buoni, educati e con una memoria tale da permettere loro di ricordare tutti degli eventi vissuti nella propria esistenza, insieme alla mamma.
Sicuramente ne conteranno a milioni e tutti delicati, sensibili e sorridenti, perché il cordone psicologico e di amore tra madre e figlio, di certo non lo spezza il ginecologo alla nascita !!!
W le mamme.