Fabiola, la santa.

Ogni anno è un problema.
Perché festeggiare il proprio onomastico tra Natale e Capodanno è una vera e propria sfiga.
Quasi quanto quella di mio nipote Lorenzo, che festeggia il compleanno alla vigilia di Natale o tutti gli Stefano del mondo che non beccano niente.
Perché bene che va, ricevi gli auguri dai familiari … che “spolpati” per gli acquisti natalizi, si “scordano” regolarmente il regalo.
Oppure come faccio da sempre con mia moglie per il pensierino, ti sbilanci con la promessa di rimediare ai primi di gennaio.
Inoltre passa quel giorno, senza la possibilità di festeggiare con gli amici – che sono in famiglia a tagliare il loro pandoro !!!
Chiamarsi Fabiola, espone a tutto ciò, perché la nobile matrona romana di fede cristiana che, rimasta vedova, si consacrò alla preghiera e alla penitenza, è venerata come Santa dalla Chiesa cattolica, che ne celebra la memoria, proprio il 27 dicembre.
Dovete sapere che Fabiola, nata a Roma dalla gens Fabia, andò assai giovane in sposa ad un uomo dal quale poco dopo divorziò, e alla morte del primo marito, si sposò nuovamente.
Ebbene, sepolto anche questo secondo consorte, alla vigilia della Pasqua dell’anno successivo, fece atto di pubblica penitenza entrando nella basilica Lateranense vestita di sacco e accolta da papa Siricio, tornó in piena comunione con la Chiesa.
Una donna che deve molto al romanzo storico in lingua inglese del cardinale Nicholas Patrick Stephen Wiseman, intitolato “Fabiola” o “La Chiesa delle catacombe”, che però ne presentò un’immagine molto diversa dalla realtà storica.
Detto questo, spero che mia moglie della Santa, prenda solo la bontà, la meditazione e la carità, e non certo la riuscita coi mariti … altrimenti sò cazzi !!!

Un’altra candelina ferragostana

Una volta c’erano solo le candeline rosa o azzurre a seconda del sesso del festeggiato. E quando si superavano gli “anta” era un problema anche logistico posizionarle tutte sulla torta.
Specie quando il dolce era piccolino, perché gli invitati o i parenti erano pochi.
Non c’era spazio neanche per il messaggio di auguri al cioccolato.
Poi fortunatamente ci è venuta in soccorso la furbizia dei cinesi, con le loro candeline col numero, per cui ne bastavano una o due, a meno che non si festeggiassero compleanni centenari.
E domani sarà la mia Fabioletta a soffiarne due colorate sulla torta alla fragola del suo genetliaco.
Ancora insieme, ancora uniti, e sempre forti e sorridenti come quando eravamo compagni di classe al liceo.
Nonostante tutto, malgrado belle bastonate e sebbene qualcuno sperava di averci distrutto o riportato a fondo con la malignità di accuse infelici e maligne, taglierà la sua bella torta con me, mia figlia Vanessa, Claudio e i suoi splendidi nipotini, come sempre, senza sussulti, senza patemi, con la certezza di poter superare tutto, soltanto con amore e pazienza. E insieme a noi ci saranno mia suocera Anna e la mia consuocera, sempre Anna (guarda il caso), e mi spiace soltanto per Riccardo, assente più che giustificato. Così stasera ci daremo sotto a suon di spaghettoni allo scoglio e fritturine di paranza varie. Pertanto Auguri bella mia, perché per me sei sempre la più bella e la più intelligente.
Il mio rifugio sicuro nel mare tempestoso della vita.

25 settembre.

Eccolo il mio compleanno.
Stavolta di sabato e sono 58 pippi.
Per fortuna stavolta, sto bello tranquillo a casa mia, coi miei cari.
Un pranzo tra noi, alla buona, con pensieri carini, tante foto e abbracci con Fabiola, mia figlia Vanessa e la sua bella famigliola.
La fortuna di avere vicino ancora i miei suoceri Anna e Mario (che l’altro ieri in pizzeria ha spento la sua 91° candelina), i giochi in giardino con mio nipote Lorenzo, i sorrisi innocenti della piccola Eleonora, che festeggia con me il suo quarto mesiversario.
Sembra banale, ma credetemi non è così.
La “normalità” che a volte viene grossolanamente equivocata con la “banalità” è al contrario una condizione paradisiaca, una “bolla” di karma positivo, che mio genero Claudio, immagina chiusa intorno al nostro piccolo nucleo familiare.
Uno stare bene interno, che sentiamo nel cuore, che é solo nostro e che vogliamo condividere con chi ci ama davvero e a chi vogliamo bene da una vita.
Non mi occorre il viaggio intercontinentale o la crociera di Love Boat, non mi servono gli Auguri di Vip o personaggi importanti, non necessito di regali o premi, non c’è vincita che mi possa smuovere da dove sono, dalla mia bolla.
Mi cibo solo di tranquillità, di salute mia e dei miei cari, di sole, di aria e di libertà.
Se poi a tutto questo ci metti pure un bel piatto di spaghetti allo scoglio, un’oratina fresca di giornata ed una bella fetta di crostata al limone, ringrazi Dio e fai cin cin con tutti.
Tanti Auguri Vito.