La banca sbanca.

L’ apertura della borsa americana è fissata alle ore 9:30 (EST) quando in Italia sono le 15:30 (CET).
La chiusura alle ore 16:00 (EST) quando in Italia sono le 22:00.
Oggi in questo lasso di tempo, che mentre scrivo non è ancora terminato, c’è stato un dump (o “scarico”) talmente marcato sulle azioni di varie piccole banche, da aver costretto le autorità a bloccare il trading per eccessiva volatilità :
Western Alliance Bancorp – 75%
First Republic Bank – 66%
Customers Bancorp – 54%
PacWest Bancorp – 46%
Zions Bancorp – 44%
Bank of Hawaii – 42%
Comerica – 39%
East West Bancorp – 32%.
Nonostante le reiterate rassicurazioni della Segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, il pre-market sulle piazze finanziarie americane è stato ugualmente allucinante, con cali dal 30 al 70% in un solo giorno.
In Svizzera si registra ancora un calo del 10% dell’ormai esangue Credit Suisse.
E anche in Italia abbiamo assistito a perdite molto sensibili nel comparto bancario, con una media intorno al 5%.
Biden è pronto stasera a tranquillizzare i mercati mondiali in un discorso alla nazione, con la promessa di stampare ulteriori “pezzi di carta verde” chiamati dollari, che probabilmente affosseranno ancora, e di più, tutti i comparti : industriali, finanziari e commerciali dell’Occidente.
Ma il sarcasmo degli statunitensi sul loro “condottiero economico”, la dice lunga sul terrore che in realtà stanno vivendo.
Siamo sull’orlo del vero Great Reset.
Quello che probabilmente da noi in Europa, metterà le mani sui soldi dei cittadini, con un domino impazzito di banche, che saranno costrette a chiudere i loro sportelli ai prelevamenti in contanti.
Proprio pochi minuti fa il 45° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato questa situazione drammatica con una previsione che probabilmente passerà alla storia :
“In base a ciò che sta accadendo con la nostra economia, possiamo dire che Joe Biden è un moderno Herbert Hoover. E stiamo aspettando la Grande Depressione, che sarà molto peggiore di quella del 1929. Ci sono i presupposti: diverse banche sono già fallite in poco tempo”.
Infatti oltre alla banca a sostegno del settore high-tech, la Silicon Valley, in bancarotta dal 10 marzo scorso, altre due banche hanno dichiarato fallimento (al momento).
La loro capitalizzazione totale è stimata in mezzo trilione di dollari USA.
Se potessi in questo momento, farei come mio nonno, che quei pochi soldi che aveva, li metteva nella fodera del materasso e si sincerava di aver chiuso bene la porta di casa !!!

Tristezza di fondo.

Sarà il cielo grigio.
Saranno sicuramente gli acciacchi che stanno colpendo tutti.
Sarà l’età avanza e i pensieri che invece restano al palo.
Sarà il borsellino sempre più vuoto, ma indubbiamente c’è una tristezza di fondo che prima non c’era.
Un cuore pesante che per non piangere pensa ad altro.
A correre … per non fermarsi !!!
Leggendo un forum aperto da una ragazza di 24 anni, che su “Mio Dottore.it” affermava : “Mi sento triste e ho un vuoto dentro, non sono soddisfatta della vita che conduco, secondo voi ho bisogno di aiuto ?”, era un susseguirsi di psicologi e psicoterapeuti, che si offrivano a prezzi stracciati, quasi si trattasse di acquistare (o vendere)  pomodori al mercato sotto casa.
“Prenota subito una visita online: Primo colloquio individuale – 50 €”.
La tasca prima dell’amore. Sempre.
Invece di constatare che la tristezza è generale e che è indotta quasi sempre dall’esterno, certi personaggi, cercano di farti subito sentire “diverso” e approfittare della tua debolezza.
Perché le fotografie di oggi, se paragonate o accostate a quelle della nostra infanzia, e parla uno che di primavere ne conta quasi sessanta, sembrano sbiadite, senza colore, anche se realizzate con gigamegapixel e stampate con inchiostri magici.
Quelle belle risate, quelle allegre tavolate, quei tanti parenti e amici in bianco e nero degli anni ’70 e ’80, si trasformano in tristi rappresentazioni del vuoto, della solitudine e della tristezza di oggi, nonostante i mille colori.
Dove per altro si evita pure di stampare, e tutto rimane all’interno di memorie USB che nessuno leggerà mai più.
A quei tempi non c’era bisogno di immortalare cani, gatti e canarini, perché le foto erano piene di gente, che a volte bisognava dividere in due o tre scatti per non dimenticare nessuno.
E viva Dio si rideva !!!
Anche con le bocche sdentate e cariate di quei tempi, quando andare dal dentista era un lusso.
Oggi invece è una fila di podisti con cuffiette che parlano da soli la mattina o la domenica presto, di gente in auto che litiga da sola, di ragazzini chiusi in camera loro che non sanno più nemmeno lanciarsi un pallone.
La mia unica consolazione è pensare che in fondo, anche se non lo vogliamo, tutto è passeggero.
E se è vero che la gioia non dura a lungo, lo stesso può dirsi per la tristezza.
Quindi l’esportazione è sempre la stessa : “Chi si estranea dalla lotta … è un gran fijio de ‘na m………..”.

I piccioni di oggi.

Il divertimento di chi getta il granturco ai piccioni, sta nell’osservare come questi si fiondano ad ogni lancio, spostandosi freneticamente ed azzuffandosi per accaparrarsi un chicco.
I nostri capi, e il mondo dell’informazione, media e social, si comportano esattamente come coloro che danno il mangime agli uccelli : rilasciano news, strampalate e incredibili, consci che staranno tutti a tuffarsi lì, a commentare e prendere posizione : favorevoli o contrari.
La differenza con i lanciatori di granturco, è che i media ed i social – o meglio, chi li gestisce – spesso usano il rilascio di una notizia, per distrarre i “piccioni” da altri accadimenti, e la cosa funziona così bene, che lo schema si ripropone sistematicamente.
Tanto che i padroni del vapore, tra loro pensano : “I piccioni sono davvero noiosamente prevedibili !”
Siamo infatti teste vuote, o meglio riempite di così tante falsità, che reagiamo ormai sempre allo stesso modo, senza notare le novità e le implementazioni della narrativa, che di fatto al contrario, sono molto riconoscibili e che dovrebbero essere chiaramente identificabili anche al più ottuso della Terra.
Ma come i piccioni dobbiamo pensare prima di tutto alla pancia, e quindi ci va bene anche credere a Biancaneve e i Sette Nani o allo sbarco sulla Luna fatto 60 anni fa, con il modulo di carta Domopak.
Il clamore per l’arresto di Matteo Messina Denaro, a reti unificate, mette in secondo piano il Mes, l’inflazione a 2 cifre, il costo dell’energia proibitivo, le file sempre più lunghe alla caritas, la credibilità internazionale “povera” della nostra classe politica, nonostante le statistiche.
Come i piccioni viviamo la nostra vita tra il marciapiede davanti casa, a beccare granturco, e qualche volo ogni tanto, rigorosamente in low class di Ryanair.
Per altro ancora per poco !!!

L’abbondanza dell’inutile

Qualche giorno fa stavo passeggiando in centro a Ciampino.
Stavo notando con curiosità come sta cambiando il tessuto commerciale di Roma e dei suoi piccoli comuni limitrofi.
Non ci sono quasi più alimentari, macellerie, frutterie, mercerie, cartolerie o quei bei negozi di abbigliamento o calzature di un tempo.
Stanno letteralmente uscendo di scena.
Anche quelle botteghe storiche, che avevano specialità particolari e offerte molto interessanti e che avevano superato tutte le crisi generazionali degli anni scorsi.
Al loro posto una fiumana di agenzie immobiliari, di consulenti del credito, di caf, di pratiche e servizi, di mutui e finanziamento, centri estetici e massaggi.
In definitiva l’abbondanza, la profusione dell’inutilità, della “fuffa”, di tanti gatti e volpi, che cercano in qualche modo di tirare su soldi e campicchiare sui Pinocchio di turno.
Non esiste più il negozio di tradizione, quelle belle insegne “dal 1950” o “… & figli”.
Oggi si entra in questi esercizi e non sai nemmeno con chi stai parlando.
Sas, Srl, Srls, Srlsu, Sapa, Spa, tutte società dove non c’è mai il responsabile in carne e ossa.
E così, se ti serve il sale, o l’aceto, l’unica opzione diventa salire in auto e raggiungere il centro commerciale più vicino.
A volte distante chilometri.
A cosa serve riempire le città di tante attività così inutili e improduttive ?
Perché oggi è più charmante essere seduti dietro una scrivania con giacca e cravatta che affettare il prosciutto col camiciotto dietro al banco di una pizzicheria.
E servono sicuramente meno investimenti per avviare da soli una attività “fuffesca” : cellulare, PC, stampantina e connessione ADSL.
Solo che la fuffa porta altra fuffa e una cosa inutile difficilmente diverrà mai indispensabile.
Siamo sull’orlo del non ritorno.
Purtroppo !

Chiudiamo tutti … eppoi ?

È la domanda che mi sono sempre fatto, fin da bambino, quando i miei genitori tornavano dal mercato stanchi, sfiniti specie il sabato, quando si faceva giornata doppia.
E io li volevo a casa con me.
“Ok. Piantiamo baracca e burattini.
Ma domani cosa facciamo ?” diceva la mia povera mamma.
Alfredo Panzini, scrittore, docente e critico letterario, testimoniava un’estensione di significato della locuzione più ristretta di quella attuale : “Lasciar che tutto vada in malora, abbandonare all’incuria, o per malanimo o per dispetto !!!”.
Oggi moltissimi stanno abbandonando tutto alla negligenza e alla trascuratezza, specie nei piccoli centri, sempre più vuoti e deserti, perché abbassano saracinesche per sempre o perché stanno provando a sospendere attività decennali, non sapendo più come procedere.
Si preferisce chiudere, che soffrire di un malanimo che ti toglie la vita.
Ed un pensiero necessariamente va ai miei tanti amici Ambulanti, quando dopo le levatacce al gelo e mattine senza clienti, tornano sempre più spesso a casa con le mani vuote, ma con le tante spese (benzina, mangiare, posteggio etc.), comunque da sostenere.
Ieri da Mario Giordano a “Fuori dal Coro”, sfogatoio settimanale degli sfigati, una decina di nuovi disoccupati che avevano chiuso il loro esercizio.
Molti dei quali al Sud o nelle isole.
Ma ora a quella gente, compresi i tanti collaboratori che gravitavano in quelle attività, chi ci pensa ?
Come possono chiudere tutto e sperare di migliorare la loro posizione, magari ripartendo da zero ad età avanzate, con figli ancora a carico, con mutui e affitti da pagare ?
Perché non tutti sono ricchi possidenti, non tutti hanno fatto la formica in vita e non tutti sono riusciti a preservare le loro fonti di reddito in questi ultimi anni.
“Ok chiudiamo … eppoi ?”
Daremo bonus e redditi di sussistenza a tutti ?
Oppure, visto che il tanto decantato Welfare Occidentale è morto e sepolto, e ce ne stanno presentando il conto, con porzioni di popolazione sempre più abbandonata a sé stessa, continuiamo a fregarcene tutti, sperando che a noi tocchi il più tardi possibile ?
Capisco chi si fa sopraffare, chi molla per dispetto, e chi a forza di ridurre le fette di torta ora sta alle briciole, ma così non c’è Governo o Riforma che tenga !!!
Così c’è solo il Caos e la rivoluzione … o hanno pure già previsto la repressione ???

Explosion!!!

Nel 1997 al Pippo Chennedy Show, una giovanissima Alessandra Faiella, come “diplomata cubista”, raccontava le sue avventure in discoteca tra “Ambient” e “Explosion” varie.
Ecco noi oggi, siamo sul punto di non ritorno o di “explosion”, economica e sociale.
Infatti molti (finalmente) iniziano a capire il giochetto Covid/Correlazioni, a sentire sul proprio corpo i postumi del siero malefico e già fioccano le prime bollette “Monster”, che porteranno molti soldatini del #nessunosaràlasciatoindietro e del famoso #andrátuttobene, a chiudere per sempre le loro attività.
Proprio coloro che negavano anche il gabinetto ai No e FreeVax, perchè non avevano il fottuto ed illegale green kazz, adesso piangono per i costi fissi insostenibili.
Mentre da parte nostra è inutile ripetere : “Ve l’avevamo detto ed era già tutto previsto!” perché il vaso è rotto e si sta solo cercando di raccogliere i pezzi, chi ora piange, con il ritardo colpevole di oltre due anni, conferma di aver creduto alle favolette dei propri carnefici.
E verrebbe davvero da dire : “Adesso andate a fanc…..”.
La previsione a questo punto è drammatica.
O interviene lo Stato, con una bella iniezione di debito pubblico, diminuendo la spesa privata per tutti i servizi necessari, oppure assisteremo al fallimento di tutta l’imprenditoria italiana.
Con risvolti occupazionali e sociali imprevedibili.
Perché il dipendente non fa la ghirba a Draghi o a Mattarella, no, lui se la prende col padrone, il proprio padrone che si è arricchito alle sue spalle.
Quindi preparatevi a omicidi, suicidi, morti per nessuna correlazione, e ritorno in pompa magna dell’identità digitale, che garantirá pranzi e cene a base di insetti.
Un pó come hanno minacciato il Greg quelli della Fucibo (notare “Fu-cibo”, il cibo che fu) : “Dopo tre o quattro giorni di digiuno, vedrai che mangi pure le cavallette!”.

Aumenti a grandine!

C’era da aspettarselo.
E chi ha messo in piedi le unità di crisi pandemico-belliche, ossia i Governi di tutti e 30 gli Stati che controllano il mondo (le altre 180 nazioni, in sostanza), giustificano questa spinta inflazionistica senza precedenti, con invenzioni create al momento e scuse incredibili che hanno del paradossale.
Come se il gas naturale e i carburanti fossili fossero del tutto esauriti, o se l’Ucraina sfamasse l’intera popolazione del pianeta.
Il mio pasticcere, ad esempio, con la giustificazione dell’aumento della farina e dell’energia elettrica, si è fatto un ritocchino ai prezzi al dettaglio di un bel + 50%.
Da 8 a 12 euro al chilo.
Dall’oggi al domani. Motu proprio.
Ma anche la grande Distribuzione giorno per giorno sta “lumacando” aumenti lenti, ma progressivi.
La pasta ogni settimana scatta di 15-20 centesimi, senza clamore e senza la minima ribellione.
Pensare che 20 centesimi di euro equivalgono a circa 400 lire, su un pacco di pasta da 500 grammi, che a suo tempo ne costava molto meno di 1000.
Quando mia madre al mercato doveva aumentare la rosetta di 10 lire al chilo, perche a lei l’aumentava il forno, c’era la sfida all’Ok Corral, con tanto di pistole e fucili.
La triste constatazione è che gli stipendi sono inchiodati, le parcelle non vengono pagate, e la sussistenza, non il voluttuario, ma l’indispensabile per tutti, aumenta giorno per giorno, assestando progressi da inizio anno, del 20 – 30 % complessivi (altro che il 10 % che deve ammettere a malincuore la propaganda di Stato).
Il risultato è che sempre più famiglie si stanno indebitando, aumentano le sofferenze bancarie e finanziarie, i mutui non li paga più nessuno, il carico fiscale a breve non verrà più rispettato dalla maggior parte dei cittadini.
E a quel punto inizierà la stretta.
L’esproprio, l’imposizione, il dovere, il controllo e l’inibizione alla piena vita sociale.
Tutto studiato, tutto calcolato a tavolino.
E il bello è constatare quanti ancora ridono e vivono beati, con le stesse aspettative e prerogative di prima, nonostante stiano prosciugando risparmi e togliendosi fonti di entrata quotidiane.
I classici idioti che pensano che i lampi e i tuoni di un bombardamento siano, in verità, i festeggiamenti di Capodanno.
E forse a breve anche noi avremo lo stesso dubbio, se continua questa sorta di psico-conflitto.
Ma già da ora, per gli avveduti e i responsabili, le rinunce e le privazioni iniziano a pesare.
Merce abbandonata in prossimità delle casse, acquisti rimandati o soppressi, divertimenti, hobby e svaghi, che stanno calando a vista d’occhio.
Si parla tanto di proteggere ed anzi aumentare la qualità della vita, mentre si sta facendo di tutto, per portarla a livelli medievali, col Dominus a giocare a polo e il Servo della gleba a sfacchinare tutto il giorno nei campi.
Una cosa é certa, dopo aver assaggiato la mela del Paradiso, ora dover accettare nel piatto, pulci e pidocchi, non credo che sia un passaggio proprio così pacifico e indolore.
Questa è la mia speranza e questa probabilmente sarà la leva che ribalterà tutto, dalla testa fino a scendere ai piedi, quando il botto sarà impressionante.
Statene certi !!!

Il Commercio senza merce.

È il classico incubo del commerciante : essere in un mercato affollato di possibili clienti, senza neanche un limone da vendere sul banco.
Nulla, tutto vuoto, scaffali e scansie senza prodotti da offrire.
Eppure in molte parti del mondo è già così.
Fanno tenerezza ad esempio i piccoli bazar di Zanzibar, di cui mi raccontava un mio amico anni fa, posti in riva all’oceano indiano.
Griffe, marche, nomi prestigiosi (Valentino, Missoni, Versace, etc.) all’esterno, su improbabili insegne scritte su palanche di legno, e dentro la baracca, la miseria assoluta, con cianfrusaglie e cose rimediate dai rifiuti degli hotel della costa.
Ecco a breve anche in Occidente avremo negozi vuoti di merce, con la pratica impossibilità di acquistare e rifornirli come un tempo.
E analogamente per i consumatori sarà triste avere i portafogli disponibili, e non poter acquistare nulla di piacevole o gratificante.
Molti miei amici imprenditori, già mi stanno confessando difficoltà sempre più evidenti ad avere regolari approvvigionamenti o periodicità “rispettata” coi loro soliti grossisti.
Ormai la scusa è sempre la stessa : guerra russo ucraina, problemi sanitari in Cina, difficoltà di trasporto e logistica nei maggiori porti mondiali (Shanghai e Ningbo su tutti).
È così i prezzi aumentano, la merce non gira, i soldi stagnano e le borse finanziarie di tutta la Terra, languono e perdono fior di miliardi di dollari.
Vi ricordate quando vi dissi, in un post di qualche anno fa, che la varietà e la scelta che abbiamo ancora a tutt’oggi, nonostante tutto, ce la potremo scordare ?
Che a breve avremo “un tipo di mela, un tipo di pera, un tipo di uva, in tipo di maglietta e di calzoni? Una sola auto e un solo tipo di alloggio ?”, ecco bravi, ci stiamo arrivando a tappe forzate.
La scarsità di prodotti è intimamente legata alla mancanza sul mercato delle materie prime principali : in primis rame, ferro, acciaio.
Ma la crisi riguarda anche : mais, caffè, frumento e soia.
Per concludersi con i veri e propri settori lavorativi collegati come: legname, semiconduttori, plastica e cartone per imballaggi.
E hai voglia a tirare su la serranda, se piano, piano dopo i clienti, stanno facendoti sparire pure i fornitori e la merce.
Unica strada a questo punto è il ritorno all’economia di “scambio”, quella che caratterizzò gli albori dell’umanità.
“Io do una cosa a te, e tu mi dai una cosa a me!”.
Ci sarà solo da stabilire cosa cambiare con le professioniste del sesso, con hostess e gigolò, perché in quella circostanza, la cosa sarà veramente “dura” (in tutti i sensi).

Spianati !

“L’attività economica rallenterà e per l’Italia la revisione rispetto alle ultime stime della commissione europea (4,1%) potrebbe essere rilevante, l’inflazione continuerà a salire”.
Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco.
Sono riusciti in pochissimo tempo, a desertificare il tessuto produttivo italiano e ad impoverire 60 milioni di poveri Cristi.
Un blog che seguo di una imprenditrice, credo del Nord, che alterna post interessanti e squarci di quotidianità, mostra con assoluta fedeltà le paure, le depressioni e i dubbi di non farcela più, che lei, come tutte le piccole imprese italiane, stanno vivendo da metà dello scorso anno, quando molti “espertoni” e professori della Bocconi, sentenziarono che il peggio era già  passato e il buio era alle spalle.
Questa notte (sic !) intorno alle 4, invece di dormire, Diana scriveva la trafila che stanno facendo tutti, definendola “La personale nuvola di Fantozzi” :
“Vado in banca, mi confermano che esiste un aiuto statale alle aziende.
– attivo tutto per avere l’aiuto, mi ventilano una cifra, che avrebbe risolto i problemi, poi si rimangiano tutto e non mi danno più niente.
– cambio banca, mi promettono una cifra molto meno utile, ma comunque sempre meglio di niente. – mi attivo, cambio banca, e la cifra viene ancora ridotta, praticamente nemmeno utile per darmi ossigeno.
– faccio un piano di rientro con un’azienda. Mi ritrovo che da una parte accettano un piano di 18 rate, dall’altra mi hanno messo degli interessi assurdi, e vorrebbero nientemeno che delle cambiali.
– cambio fornitori per avere più giro di merce, si bloccano le vendite a causa dei prezzi e viene a mancare la metà della merce che tratto.
– nel frattempo sto accantonando tutti i versamenti erariali, come tasse, imposte e contributi, sperando di poter pagare quando andrà meglio.
– chiedo aiuto al commercialista, il quale si rende, a parole, disponibile e poi scompare e per avere delle risposte coerenti mi ritrovo a rincorrerlo o peggio a doverlo quasi minacciare.”
Questo per le imprese, l’offerta, ma l’intervento sul mercato è stato completo … con un’azione profonda pure sulla domanda.
Io che mi considero un cliente tipo, non esco quasi più.
Mi faccio perfino la pizza in casa, la spesa per uscire il meno possibile e aggiusto tutto il necessario.
Ho la scatoletta del rammendo domestico …. e la cassetta dei ferri pronta (che prima giaceva impolverata in cantina).
Ci hanno disabituato ad uscire, a parlare, impigrendoci a comprare solo da casa, col cellulare, e da chi dicono loro.
E così piano piano, si spiana il bar e l’ortofrutta sotto casa, chiude la pizzeria all’angolo e il macellaio, fallisce la ferramenta e perfino il meccanico di famiglia.
L’Oxford Dictionary definisce lo “spianamento” come : ” la riduzione di una superficie irregolare e disuguale a piana e regolare.”.
Ecco il Grande Reset che stanno facendo, sta di fatto rendendo la nostra società ed economia, piana e regolare.
Secondo schemi e progetti studiati per decenni.
Improntata a stipendi da fame, zero tutele, zero arricchimento in caso di lavoro autonomo, e precarietà ad ogni livello.
Oggi c’è … domani non è detto !!!
Anche il famoso piatto di minestra.

Gli aumenti “scontati”

Il titolo dell’articolo di oggi, sembra un ossimoro, ossia l’accostamento retorico nella medesima locuzione, di parole che esprimono concetti contrari.
Ma è lo specchio e l’amara constatazione di quello che sta accadendo da noi.
Da quando si è iniziato a parlare in tutta Europa, di fine pandemia e ritorno alla normalità precovid, ecco che subito sono partiti, tutti i classici e purtroppo previsti prodromi alla narrazione pandemica.
Aumento improvviso e repentino delle fonti energetiche, preceduto dalla prevista carenza di accessori e componenti tecnologici asiatici, conseguente aumento delle derrate alimentari e ciliegina sulla torta, guerra che comporterà altre “batoste” e novità negative per le nazioni del vecchio continente.
E tutto ciò, calato sulle vite di un continente europeo allo stremo, con crisi di consumi da paura, attività imprenditoriali fallite, tassi di inflazione e disoccupazione da conflitto bellico del secolo scorso, leader che si muovono all’unisono, nel rispetto di una agenda mondialista studiata da decenni.
Perché tutto ciò?
Perché il prelievo in termini economici, sanitari e sociali del coronavirus è quasi del tutto esaurito, ma non si è ancora provveduto al completo “esproprio” dei risparmi europei.
Confisca occulta, che avverrà con stipendi sostanzialmente fermi, se non in calo, o addirittura assenti, per i poveretti sospesi dal lavoro, e contestuale aumento di ogni prodotto necessario alla vita quotidiana : pane, pasta, carne, verdura, benzina, diesel, servizi bancari e assicurativi, aerei, treni, traghetti … tutto, e a cascata il resto.
La famosa frase, lanciata come slogan al World Economic Forum di Davos nel 2017 : “Non avrai nulla, ma sarai felice”, si rivela una predizione sciamanica per questo tempo sciamanico.
Che a furia di ripeterla come un mantra per migliaia di volte, alla fine si sta avverando.
Nessuno avrà più nulla, perché nello stesso tempo, qualcuno (evidentemente) avrà tutto.
Ai più rimarrà solo da cercare di tirar su (elemosinare?) il necessario per sopravvivere.
Cosa poi ci sia da essere felici nel non possedere nulla, ci viene spiegato nell’approfondimento e in un video inquietante, dove un beota Millennials, con tanto di barbetta tinta ci suggerisce :
“Una dopo l’altra tutte queste cose sono diventate gratuite … quando l’intelligenza artificiale e i robot hanno assunto gran parte del nostro lavoro…”
Inquietante la chiosa finale : “…tutto è stato trasformato in intrattenimento e le persone non hanno più voluto preoccuparsi di problemi difficili”.  
Che poi i cosiddetti “problemi difficili” siano quelli che da sempre interessano di più la vita degli uomini, non è importante.
Non sono più affar nostro !
Per organizzare e gestire tutto, ci sono gli esperti, i tecnici, gli scienziati (i virologi), gli amministratori delegati, i grandi finanzieri, i media mainstrem, i moralizzatori … sono loro a occuparsi di tutto per noi, assicurandoci la felicità.
Noi possiamo dedicarci all’intrattenimento, i circenses, come li chiamavano i Romani.
E con questo siamo (e diventeremo) felici.
Non avremo più nulla, né nulla di cui (pre)occuparci …
Che poi, viene da pensare, dopo questa pandemia, che ha devastato tutto ciò che era considerato intrattenimento (turismo, sport, musica, spettacolo …), l’unico intrattenimento consentito, resta quello virtuale.
Consumato da soli e nella propria (pardon, altrui e gentilmente prestata) casa.
Intrattenimento virtuale gestito dagli esperti di cui sopra, che, al contrario di quello dei bambini, che fa crescere, mira a farci regredire in quella spensierata fase adolescenziale così cara ai gestori del “tutto”.
Il ritorno al fanciullino di Pascoliana memoria, ma non didascalico, reale, vero, con tanto di genitori/premier, che ci bacchettano o mettono in castigo, se ci comportiamo male.