
Siamo a metà marzo, più o meno, e come ogni anno si festeggia San Giuseppe, il primo papà famoso della storia.
Un papà sui generis, un primordiale padre “surrogato”, come definiamo oggi, le figure maschili che forniscono alla mamma biologica, misure di assistenza, amore, orientamento, disciplina, sostegno finanziario o compagnia paterna, pur non avendo concepito personalmente il bimbo.
Si tratta di una festa, istituita nel 1871, dalla Chiesa cattolica, che decise di proclamare Giuseppe, a protettore della paternità. In Italia il 19 marzo è stato giorno festivo fino al 1977, anno in cui è stato abolito, rimanendo una ricorrenza civile e lavorativa.
Ed io ancora ricordo i lavoretti che si facevano a scuola con cartoncini e nastrini vari e che si consegnavamo a pranzo come le letterine di Natale.
Al contrario, in Svizzera e nella cattolicissima Spagna, è ancora considerata una giornata di festa a tutti gli effetti e i papà riposano in casa.
Mia figlia Vanessa, oggi mi ha commosso, perché con tanti pensieri, grandi e piccoli che ha, per lavorare e accudire la sua famiglia, compresi i miei due nipotini “terribili”, è riuscita a trovare per me e mia moglie, due biglietti per il concerto di Venditti e De Gregori in data unica a Roma nel prossimo mese di giugno.
Un pensiero gentile e ricco di revival per noi quasi sessantenni.
In questo giorno poi, mi sto rendendo conto che il tempo che sto passando con mia figlia da tre anni a questa parte, è più di quanto non abbia trascorso nei suoi trenta e passa anni di vita.
Un bellissimo impiego della mia esistenza.
Essere utili ai propri piccoli – perché per noi restano così per sempre – senza essere troppo presi dal proprio tram tram e allontanati da essi, è una cosa bella come il sole di questo anticipo di primavera.
Non c’è nulla di più prezioso di parlare, confrontarsi, discutere e guidare i propri figli … perché la vita, la vera vita, non la fanno l’auto nuova fiammante o la vacanza al sole delle Seychelles, ma un loro sorriso, una loro carezza o anche una loro lacrima, condivisa, vissuta e versata insieme.