Le popolose città asiatiche.

Credo non la conosca nessuno.
Si chiama Guangzhou, ed è una municipalità cinese, con una popolazione di oltre 44 milioni di abitanti.
Anche se in passato era la più nota e famosa Canton, vicino ad Hong Kong.
Fa coppia con un altro “monster” cinese, Chongqing, nel centro meridionale della Cina.
Con un’area urbana di 82 401 km², che la rendono anche la più estesa al mondo, conta la bellezza di oltre 32 milioni di abitanti.
Per l’esattezza 32.054.159 nel censimento del 2020, la metà abbondante di quella dell’intera Italia.
E con il suo hinterland raggiunge e supera anche Tokio, con oltre 39 milioni di anime.
Pensate infine che la sua estensione è paragonabile a quasi quattro volte quella dell’Albania.
Shanghai, anch’essa in territorio cinese, segue in classifica poco dopo, con circa 31 milioni di abitanti.
Sono città “sospese e multistrato”, dove è possibile vivere una vita, senza mai posare i piedi a terra.
Ponti, grattacieli, torri, case sospese, viadotti, cavalcavia, passerelle e palafitte per una popolazione sempre al lavoro, sempre in moto, 24 ore al giorno.
Pechino, Hangzhou (entrambi ad oltre 20 milioni) e Tokio (quasi 14 milioni), non sono da meno.
Come possiamo cercare e trovare similitudini con questi agglomerati umani ?
Come è possibile che qualche “pazzo” in politica voglia copiare queste municipalità e importarle in Occidente ?
Perché di questo si parla !!!
Desertificazione dei piccoli centri e dei borghi a dimensione umana, per accentramenti mostruosi in poche super municipalità piene di telecamere, tornelli, posti di controllo, vigilanza e polizia.
La vita nei piccoli centri sarà di fatto impedita dalla chiusura di tutti i negozi, dalla sempre più scarsa manutenzione delle strade per raggiungerli e metterli in comunicazione col resto del mondo, taglio di ogni trasporto e approvvigionamento alimentare, e pratica impossibilità a trovare e mantenere un lavoro.
Oltre all’invecchiamento progressivo e inevitabile di queste aree.
Considerate che in Cina, la superficie di un intero continente è praticamente depopolato e intere aree stanno diventando improduttive, perché si abbandona la terra, si lasciano gli antichi mestieri e il numero dei vecchi è in continuo e progressivo aumento.
Ormai il percorso è chiaro e purtroppo molto interdisciplinare in tutto il pianeta : depopolamento, urbanizzazione esasperata, controllo serrato di tutto e tutti, redditi da fame, vita impegnata 24 ore al giorno, sorrisi e gioia un antico ricordo.
Solo il vecchio e glorioso “asteroide” potrebbe risollevare le sorti di questo pianeta triste, ma occorrerebbe tornare ad avere dimestichezza con la clava e a cercare di non essere gli antipasto dei dinosauri.
Francamente tutto molto, troppo difficile…

8 Miliardi !!!

Secondo una stima dell’ONU, venuta fuori improvvisamente e nel pieno della Conferenza Mondiale Cop27 di Sharm el-Sheikh, la popolazione mondiale proprio in questa settimana, ha superato gli 8 miliardi di abitanti, un passaggio che viene definito : “una importante pietra miliare nello sviluppo umano” ed un monito alla “nostra responsabilità condivisa, di prenderci cura del nostro pianeta !”.
Per l’Onu, “questa crescita senza precedenti” – nel 1950 si contavano soltanto (si fa per dire) 2,5 miliardi di abitanti – è il risultato di “un graduale aumento della durata della vita, grazie ai progressi della sanità pubblica, dell’alimentazione, dell’igiene e della medicina”.
Se fino al 1800, la Terra aveva meno di un miliardo di abitanti, sono bastati dodici anni per passare da 7 a 8 miliardi.
Una progressione esponenziale che
sottolinea ancora una volta la grande differenza tra Paesi ricchi, che sono i maggiori responsabili del riscaldamento globale ed i maggiori consumatori di risorse naturali, e Paesi poveri, dove più di 1 su 10 (828 milioni), soffre la fame nera, aggravata dal mix micidiale dei cambiamenti climatici, delle malattie e della guerra.
Ma siamo proprio sicuri che questi report e questi numeri siano veritieri ?
Perché a questo punto è legittimo dubitare di tutto, anche di questi dispacci numerici delle Organizzazioni sovranazionali, che con la pezza a colore di dati non verificati, giustificano tutto, anche la famigerata “depopolazione controllata”.
Con la scusa di essere troppi, si apre al controllo serrato delle nascite, alle pratiche abortive, alle politiche anticoncezionali di molti paesi asiatici e africani, ad una assistenza sanitaria sempre più cara e ad appannaggio di chi se la può permettere.
Sembra di assistere al bollettino Covid19, che ogni settimana ci sciorinava numeri misteriosi di decessi e contagiati, mai verificati da nessuno, che giustificavano ogni politica, anche quelle più dubbie e invasive dell’ultimo biennio.
Saremo davvero 8 miliardi di anime ?
Non lo so, ma attribuirne più dell’80% a nazioni e popoli dove si vive ancora in grotte e capanne, dove non esiste alfabetizzazione, dove non ci sono vie di comunicazione e dove soprattutto non c’è nessuno che controlli … qualche dubbio me lo fa venire.
Solo altre domande irrisolte, alle moltissime nate in quest’ultimo periodo della mia vita.

Asia? No, grazie !

È veramente un altro modo di intendere la vita. E il brutto, anzi il drammatico, è che per il grande valore economico che ha assunto nell’ultimo ventennio, il continente asiatico sta emergendo come guida politica e spirituale del mondo intero, che si “spertica” per ingraziarsene i vari leader.
Ma il loro è un altro concetto di esistenza, una vita del tutto aliena, lontana anni luce da ogni confronto con quella occidentale.
Hanno governi dittatoriali tra i peggiori della Storia, seppur dipinti “popolari e democratici” dai media e dalla pubblica informazione; subiscono restrizioni e umiliazioni di libertà da sempre, ma col sorriso sulle labbra; per migliaia di anni non si sono mai ribellati all’ordine costituito; il 95% della popolazione asiatica non ha mai viaggiato fuori dal proprio luogo di nascita (nel senso stretto); sopportano la fatica e il lavoro 24 ore al giorno senza sosta; hanno aspettative di vita, come divertimento e gioia di vivere, pari a zero.
Tutto questo senza fiatare !
Come le pecore, che fin dalla nascita sanno che le guiderà il “buon” pastore, che vivranno dentro l’ovile senza tanti voli pindarici, che dovranno dare latte e lana, che alla fine della fiera verranno scannate a Natale o a Pasqua, e che infine, alla vecchiaia, di solito … non ci arrivano proprio !
Gli esempi della loro mitezza e rassegnazione sono innumerevoli.
Gli ultimi due in termini di tempo, sono rappresentati dal divieto, imposto dal dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-Un, che ha vietato di “ridere” per undici giorni, per celebrare il decimo anniversario della morte del padre, l’ex capo supremo Kim Jong-Il.
Obbligo imposto con la forza della reclusione e accompagnato inoltre dall’assoluto divieto di celebrare compleanni, bere alcol, e perfino parlare a voce alta in pubblico.
E non va dimenticato che la “dinastia” Kim, va avanti ininterrottamente dal primo dopo guerra, nonostante frizzi e lazzi mentali dei suoi capi pittoreschi.
Mentre il secondo esempio lampante, è la gestione del Coronavirus nel territorio Cinese.
Dopo le reclusioni di massa nella città di Wuhan dello scorso inverno, oggi stanno tribolando, è proprio il caso di dirlo,13 milioni di abitanti della città di Xi’an, che si trova nella Cina centrale, dove tutti, sono stati messi in “lockdown severissimo” per poche decine di casi positivi. E dopo avere riscontrato un singolo caso di contagio, le autorità cinesi hanno imposto un lockdown serrato, anche a Dongxing, una città di circa 200mila abitanti nel sud del paese.
Dal 23 dicembre, questi poveracci, sono chiusi in casa, subiscono quotidianamente test di massa, ed hanno soltanto una persona per nucleo familiare, che può uscire per comprare beni di prima necessità, un giorno sì e un giorno no, come accadeva a Wuhan, la città cinese da cui partì la pandemia da coronavirus, all’inizio del 2020.
Per altro, proprio a causa del lockdown, i negozi sono vuoti e già senza più rifornimenti.
Sono stati cancellati anche molti voli dell’aeroporto di Xi’an, che è famosa per “l’esercito di terracotta”, l’armata di più di seimila sculture di soldati, acrobati e cortigiani, messa a guardia della tomba di Qin Shi Huang, il primo imperatore mandarino.
E questa, quindi, rischia di diventare un’altra città fantasma, per il volere del Partito Comunista Cinese e del suo leader Xi Jiping, che non può essere messo in discussione, e che anzi proprio l’altro ieri pomeriggio, ad Hong Kong, ha fatto cancellare, smantellandola del tutto, l’ultima stele a ricordo della ribellione sedata nel sangue di Piazza di Tienanmen, 24 anni or sono, con gli spari sulla folla, gli arresti e le sparizioni “misteriose” dei capi rivolta studenteschi.
Questa è la “Via della Seta”, sulla quale vogliono indirizzare l’Italia e il suo popolo di buontemponi.
E se non faremo nulla, e di corsa, non è escluso che ci sarà qualcuno che, anche da noi, arriverà a vietare di ridere o uscire di casa ai nostri figli e nipoti, con i vari “Mentina” e “Gatto Lerne”, ad applaudire dai loro giornali … per un piatto di minestra.
Porko kane ke prospettiva !