
Una volta eravamo noi d’esempio al resto del mondo.
Nella moda, nelle costruzioni, nel design, nelle auto, nel mangiare e bere.
Il gusto italiano era una garanzia di qualità, sobrietà, funzionalità e utilità.
Ma come tutte le più belle cose, anche quel periodo è terminato, si è spento, perché sono arrivati i barbari, come nel III-IV e V secolo dopo Cristo, quando la civiltà romana, lustro e faro del mondo conosciuto, fu degradata e depredata dai germanici, dai finnici e dai popoli dell’Eurasia orientale.
In verità agli inizi degli anni ’90, non siamo stati invasi, non abbiamo subito attacchi militari o guerre di occupazione, ma è bastata una classe politica e dirigenziale funesta, per infilare da soli, il collo, nella “garrota” degli stessi invasori dell’antichità.
Svedesi, Estoni, Inglesi, Finlandesi,
Olandesi, Tedeschi, Francesi, Belgi, Polacchi, Spagnoli e Portoghesi, solo per citarne alcuni, sono entrati a gamba tesa nel nostro territorio, nelle nostre attività produttive, nel nostro turismo, addirittura nelle nostre istituzioni, con Governi e Maggioranze decise in tavolini d’oltralpe.
Ci hanno imposto il loro “Politically correct”, il loro “perbenismo” di facciata e in tre decenni siamo crollati letteralmente, diventando “altro” da quello che eravamo.
Piste ciclabili, risparmio energetico e politica Green, assicurazioni e sanità privata, welfare sempre più ridotto, stipendi da bassa manovalanza per i loro investimenti, insetti nel piatto e ora per completare il quadro, fluid gender e abolizione di ogni bella tradizione italica, come ad esempio papà, mamma, figli, zii, nonni e nipoti.
Questi popoli modello, a cui si fa riferimento per impreziosire un discorso o per mostrare di avere conoscenza dell’ultima moda, della più recente tendenza in realtà sono i nuovi “barbari” contemporanei, gli Unni del terzo millennio.
Nessuno che urla che in quei paesi ci sono i maggiori suicidi, i vecchi abbandonati ovunque, le cliniche per l’eutanasia, le chicche più avanzate in termini di devianze sessuali e il maggior numero di pedofili al mondo.
L’importante è che vanno tutti in bicicletta, che sono i maggiori consumatori di farine di insetti, di carne sintetica e che le loro auto, dai tubi di scappamento soffiano aria pulita e Chanel n.5.
A Roma ci si vanta di piste ciclabili vuote, di investimenti milionari per il 5G, di antenne ed onde ovunque.
Ci si inorgoglisce poi a togliere quel poco lavoro rimasto, a chi ancora insisteva come taxisti, ambulanti, piccoli commercianti e stabilimenti balneari.
Perché in Europa e presso i nostri esempi internazionali è così : non esiste micro offerta, ma Maxi, Ultra, Iper distribuzione.
Non ci sono mele di varie qualità, ma la mela. Unica e sola.
Non si guarisce, ma soltanto ci si cura per tutta l’esistenza.
Eppure questi devono essere i nostri modelli, perché il nostro “Made in Italy”, come già detto in un precedente post, non esiste più, dato che i nuovi Alboino di Bruxelles (il famoso Re dei Barbari più feroci, quello dei Longobardi) sono già arrivati a Roma da decenni, e ormai scelgono chi mettere a capotavola e cosa servire nel piatto a tutti.