
Questa domenica abbiamo pranzato in un agriturismo subito fuori Roma, vicino Pavona.
Un grande podere con vigne, ulivi, qualche albero da frutta, uno spaccio di prodotti autoctoni e qualche animaletto da fattoria in gabbia.
Vedere il mio nipotino e tanti altri bambini vicino alle gabbie, guardare con attenzione oche, pavoni, galli e galline, cavalli, pony, caprette e somaro come si trattasse di extraterrestri, mi ha fatto fare una considerazione abbastanza cruda e malinconica.
Questi bimbi, stanno perdendo del tutto il contatto con la realtà e la normalità (vera) delle cose.
Quelle stesse che ai tempi della nostra infanzia era normale, anzi, quasi banale incontrare e conoscere.
Io ad esempio in estate assistevo alla mungitura del latte, davo da mangiare ai conigli, bevevo uova appena fatte, andavo in groppa ai somarelli, mi divertivo a rincorrere maialini e papere.
Il metaverso, la realtà virtuale, il mondo attraverso i tablet ed internet invece, sta deviando e confondendo i piccoli di oggi, sta creando loro una verità distorta e molto probabilmente artificiale.
Non vissuta da loro, ma da altri e raccontata come si trattasse dell’ennesimo film o cartone animato.
Un bimbo tra quelli con cui giocava Lorenzo si è fatto mordere l’indice dall’oca assolutamente all’oscuro della aggressività di quel pennuto, un altro disegnava il gallo a matita su un taccuino datogli dal padre, come si trattasse di un’opera d’arte o un monumento, e un altro ancora era nauseato dalla puzza di sterco dei cavalli e chiedeva di andare via.
Stanno crescendo male !!!
E dentro di me, facevo un ragionamento mentale molto crudele.
“T’immagini i nostri giovani in guerra contro afghani o russi, siriani o pakistani, cinesi o moldavi, da sempre più a contatto con la natura (e le sue avversità) fin dalla culla ?”.
Per vedere una mucca o un maiale da noi oggi, occorre prenotare la visita alle “fattorie didattiche” e pagare l’ingresso come per andare a teatro, con insegnanti che spiegano la vita degli animali da cortile, il raccolto dei campi e i prodotti della pastorizia e dell’agricoltura.
Ci sono bambini che non sanno distinguere un’oliva da uno stronzo di pecora, che pestano la merda delle mucche credendola fango e che ignorano la pericolosità che hanno pure i semplici animali da fattoria, in caso di aperture inopportune dei loro stalli o delle loro gabbie.
Perché a scuola gli insegnanti di scienze e applicazioni, invece di uscire in giardino e mostrare ai bambini api, ragni e formiche, insegnano formule astratte sulle LIM, mostrano video improbabili di pianeti lontanissimi e invitano i genitori a portarli agli zoo virtuali o alle mostre digitali.
È molto più choosy infatti, conoscere ed usare tiktok che saper scegliere in un prato, quale erba o frutto poter mangiare perché commestibile.
Della serie al peggio non c’è mai fine !