L’importanza del contatto fisico.

La scienza l’ha dimostrato : il contatto fisico ha davvero effetti positivi, a tutte le età.
Fin dal primo istante di vita il neonato trova sulla pelle della mamma il conforto per affrontare il mondo esterno, e numerosi studi hanno evidenziato che una cura multidisciplinare, basata su massaggi e terapia tattile, è più efficace dei tradizionali farmaci antipsicotici per trattare l’agitazione legata alla demenza senile.
Un abbraccio, una carezza non fanno bene solo all’anima, ma anche alla salute.
Il battito cardiaco rallenta, la pressione sanguigna si normalizza, i sintomi di ansia e depressione si riducono, il livello degli ormoni dello stress si abbassa, aumenta il livello degli ormoni della felicità e il sistema immunitario si rafforza.
Anche nel rapporto di coppia, una carezza, un bacio, un abbraccio esprimono gentilezza, fanno sentire il partner curato, compreso, accettato.
In una sola parola: amato !!!
Al contrario durante un’indagine condotta da Nivea, i cui risultati sono confluiti nel rapporto Status of Human Touch, quasi la metà degli intervistati, affermava di non sperimentare il contatto fisico su base quotidiana.
E tra i 50 e i 69 anni, si segnalava il numero minore di contatti umani nella quotidianità, ed oltre l’80% degli intervistati in Italia, riteneva che la costante crescita delle connessioni virtuali diminuisse la capacità di empatia o la loro necessità.
Lo stavo notando questa mattina con mia moglie.
Per andare d’amore e d’accordo non basta parlarsi o condividere gli stessi interessi o un identico livello culturale.
A mio avviso è necessario accarezzarsi, toccarsi, baciarsi, respirarsi da vicino, stare vicini, anche e soprattutto quando si discute e si è portati naturalmente a isolarsi e a crearsi un muro intorno.
E sarebbe consigliabile farlo anche e soprattutto andando avanti con gli anni.
Le coppie che non dormono insieme, sono destinate a sfasciarsi o a vivere esistenze parallele di solitudine.
Mai ad addormentarsi senza una carezza, un bacio o la stretta di un abbraccio per la buona notte.
Non costa nulla, se non una buona dose di bontà e generosità verso l’altro.

I piccioni di oggi.

Il divertimento di chi getta il granturco ai piccioni, sta nell’osservare come questi si fiondano ad ogni lancio, spostandosi freneticamente ed azzuffandosi per accaparrarsi un chicco.
I nostri capi, e il mondo dell’informazione, media e social, si comportano esattamente come coloro che danno il mangime agli uccelli : rilasciano news, strampalate e incredibili, consci che staranno tutti a tuffarsi lì, a commentare e prendere posizione : favorevoli o contrari.
La differenza con i lanciatori di granturco, è che i media ed i social – o meglio, chi li gestisce – spesso usano il rilascio di una notizia, per distrarre i “piccioni” da altri accadimenti, e la cosa funziona così bene, che lo schema si ripropone sistematicamente.
Tanto che i padroni del vapore, tra loro pensano : “I piccioni sono davvero noiosamente prevedibili !”
Siamo infatti teste vuote, o meglio riempite di così tante falsità, che reagiamo ormai sempre allo stesso modo, senza notare le novità e le implementazioni della narrativa, che di fatto al contrario, sono molto riconoscibili e che dovrebbero essere chiaramente identificabili anche al più ottuso della Terra.
Ma come i piccioni dobbiamo pensare prima di tutto alla pancia, e quindi ci va bene anche credere a Biancaneve e i Sette Nani o allo sbarco sulla Luna fatto 60 anni fa, con il modulo di carta Domopak.
Il clamore per l’arresto di Matteo Messina Denaro, a reti unificate, mette in secondo piano il Mes, l’inflazione a 2 cifre, il costo dell’energia proibitivo, le file sempre più lunghe alla caritas, la credibilità internazionale “povera” della nostra classe politica, nonostante le statistiche.
Come i piccioni viviamo la nostra vita tra il marciapiede davanti casa, a beccare granturco, e qualche volo ogni tanto, rigorosamente in low class di Ryanair.
Per altro ancora per poco !!!

L’abbondanza dell’inutile

Qualche giorno fa stavo passeggiando in centro a Ciampino.
Stavo notando con curiosità come sta cambiando il tessuto commerciale di Roma e dei suoi piccoli comuni limitrofi.
Non ci sono quasi più alimentari, macellerie, frutterie, mercerie, cartolerie o quei bei negozi di abbigliamento o calzature di un tempo.
Stanno letteralmente uscendo di scena.
Anche quelle botteghe storiche, che avevano specialità particolari e offerte molto interessanti e che avevano superato tutte le crisi generazionali degli anni scorsi.
Al loro posto una fiumana di agenzie immobiliari, di consulenti del credito, di caf, di pratiche e servizi, di mutui e finanziamento, centri estetici e massaggi.
In definitiva l’abbondanza, la profusione dell’inutilità, della “fuffa”, di tanti gatti e volpi, che cercano in qualche modo di tirare su soldi e campicchiare sui Pinocchio di turno.
Non esiste più il negozio di tradizione, quelle belle insegne “dal 1950” o “… & figli”.
Oggi si entra in questi esercizi e non sai nemmeno con chi stai parlando.
Sas, Srl, Srls, Srlsu, Sapa, Spa, tutte società dove non c’è mai il responsabile in carne e ossa.
E così, se ti serve il sale, o l’aceto, l’unica opzione diventa salire in auto e raggiungere il centro commerciale più vicino.
A volte distante chilometri.
A cosa serve riempire le città di tante attività così inutili e improduttive ?
Perché oggi è più charmante essere seduti dietro una scrivania con giacca e cravatta che affettare il prosciutto col camiciotto dietro al banco di una pizzicheria.
E servono sicuramente meno investimenti per avviare da soli una attività “fuffesca” : cellulare, PC, stampantina e connessione ADSL.
Solo che la fuffa porta altra fuffa e una cosa inutile difficilmente diverrà mai indispensabile.
Siamo sull’orlo del non ritorno.
Purtroppo !