
Il titolo dell’articolo di oggi, sembra un ossimoro, ossia l’accostamento retorico nella medesima locuzione, di parole che esprimono concetti contrari.
Ma è lo specchio e l’amara constatazione di quello che sta accadendo da noi.
Da quando si è iniziato a parlare in tutta Europa, di fine pandemia e ritorno alla normalità precovid, ecco che subito sono partiti, tutti i classici e purtroppo previsti prodromi alla narrazione pandemica.
Aumento improvviso e repentino delle fonti energetiche, preceduto dalla prevista carenza di accessori e componenti tecnologici asiatici, conseguente aumento delle derrate alimentari e ciliegina sulla torta, guerra che comporterà altre “batoste” e novità negative per le nazioni del vecchio continente.
E tutto ciò, calato sulle vite di un continente europeo allo stremo, con crisi di consumi da paura, attività imprenditoriali fallite, tassi di inflazione e disoccupazione da conflitto bellico del secolo scorso, leader che si muovono all’unisono, nel rispetto di una agenda mondialista studiata da decenni.
Perché tutto ciò?
Perché il prelievo in termini economici, sanitari e sociali del coronavirus è quasi del tutto esaurito, ma non si è ancora provveduto al completo “esproprio” dei risparmi europei.
Confisca occulta, che avverrà con stipendi sostanzialmente fermi, se non in calo, o addirittura assenti, per i poveretti sospesi dal lavoro, e contestuale aumento di ogni prodotto necessario alla vita quotidiana : pane, pasta, carne, verdura, benzina, diesel, servizi bancari e assicurativi, aerei, treni, traghetti … tutto, e a cascata il resto.
La famosa frase, lanciata come slogan al World Economic Forum di Davos nel 2017 : “Non avrai nulla, ma sarai felice”, si rivela una predizione sciamanica per questo tempo sciamanico.
Che a furia di ripeterla come un mantra per migliaia di volte, alla fine si sta avverando.
Nessuno avrà più nulla, perché nello stesso tempo, qualcuno (evidentemente) avrà tutto.
Ai più rimarrà solo da cercare di tirar su (elemosinare?) il necessario per sopravvivere.
Cosa poi ci sia da essere felici nel non possedere nulla, ci viene spiegato nell’approfondimento e in un video inquietante, dove un beota Millennials, con tanto di barbetta tinta ci suggerisce :
“Una dopo l’altra tutte queste cose sono diventate gratuite … quando l’intelligenza artificiale e i robot hanno assunto gran parte del nostro lavoro…”
Inquietante la chiosa finale : “…tutto è stato trasformato in intrattenimento e le persone non hanno più voluto preoccuparsi di problemi difficili”.
Che poi i cosiddetti “problemi difficili” siano quelli che da sempre interessano di più la vita degli uomini, non è importante.
Non sono più affar nostro !
Per organizzare e gestire tutto, ci sono gli esperti, i tecnici, gli scienziati (i virologi), gli amministratori delegati, i grandi finanzieri, i media mainstrem, i moralizzatori … sono loro a occuparsi di tutto per noi, assicurandoci la felicità.
Noi possiamo dedicarci all’intrattenimento, i circenses, come li chiamavano i Romani.
E con questo siamo (e diventeremo) felici.
Non avremo più nulla, né nulla di cui (pre)occuparci …
Che poi, viene da pensare, dopo questa pandemia, che ha devastato tutto ciò che era considerato intrattenimento (turismo, sport, musica, spettacolo …), l’unico intrattenimento consentito, resta quello virtuale.
Consumato da soli e nella propria (pardon, altrui e gentilmente prestata) casa.
Intrattenimento virtuale gestito dagli esperti di cui sopra, che, al contrario di quello dei bambini, che fa crescere, mira a farci regredire in quella spensierata fase adolescenziale così cara ai gestori del “tutto”.
Il ritorno al fanciullino di Pascoliana memoria, ma non didascalico, reale, vero, con tanto di genitori/premier, che ci bacchettano o mettono in castigo, se ci comportiamo male.