
Ai più questo personaggio non dirà nulla, e neanche io ne conoscevo l’esistenza, ma il fatto di sentirlo nominare da Yuval Noah Harari, come nuovo messia dell’umanità, mi ha quasi costretto a vedere e approfondire chi sia costui.
Il suo nome è Raymond Kurzweil, newyorkese, inventore e scienziato, dal 2012, impiegato da Google, come “Director of engineering”.
Ho ascoltato con attenzione quella intervista di Harari, uno dei più spietati ideologi del transumanesimo, in cui afferma che i poveri, cioè il 98% dell’umanità, diventati essere inutili e superflui, devono essere allevati a droghe, videogiochi e virtualità.
Nel finale di questa febbricitante inchiesta, citava proprio lo scienziato statunitense, come la fonte della nuova religione, che non si troverebbe più in Palestina, ma nella tecnologica Silicon Valley.
In effetti il desiderio di questi pazzi è sconfiggere la morte per i ricchi, per le élite, e nel frattempo scavare una bella fossa comune per i poveracci del pianeta.
In particolare il signor Raymond, esperto di A.I. e di tutte le tecnologie innovative per un futuro distopico, durante un’intervista per il numero di febbraio 2009 della rivista Rolling Stone, ha espresso il desiderio di realizzare una copia genetica del padre deceduto, Fredric Kurzweil, col DNA recuperato dalla sua tomba.
Questo si dovrebbe ottenere mettendo all’opera vari nanorobot per recuperare campioni di DNA dalla tomba, realizzando un clone di Fredric e recuperando ricordi e memorie del padre dal cervello di suo figlio Ray.
Autentici pazzi che stanno violando la natura, che pensano di essere i nuovi Creatori e che intimamente ritengono realmente di poter sconfiggere la morte, svincolando la mente e quindi i ricordi, i pensieri e le singole individualità e personalità, dal corpo e quindi dalla materia, per inserire tutto il minestrone in qualche hard disk elettronico in cloud perennemente collegato.
Un’esistenza digitale, virtuale, lontana dall’amore, da una carezza, da una bella carbonara, da un’incazzatura e da una stretta di mano.
Un monitor acceso giorno e notte, nel quale mostrare e ricordare per sempre, la nostra breve vita di pesci rossi in bocce di cristallo.
Se questo è quello che ci attende è auspicabile tornare a fare il tifo per il famoso “asteroide” che finora, con mira imprecisa, ci manca dai tempi dei Dinosauri.